Ultime notizie

Scopriamo perché sposarsi in piemontese si dice “Maȓiesse”

Con Pao

Maȓiesse: Coniugarsi, sposarsi, maritarsi, convolare a nozze

Un giorno di questi ho incontrato una signora, la quale mi ha detto di avere una figlia, Elena – di origini piemontesi – fidanzata con un ragazzo toscano, Alberto, che sta imparando qualche parola di piemontese grazie a questa rubrica che gli viene sottoposta settimanalmente dalla suocera. Elena e Alberto si sposeranno in questi giorni, il 28 Settembre. Quale migliore occasione se non augurare il meglio alla nuova coppia e approfondire una parola che concerne proprio il matrimonio?

Maȓiesse è la parola di oggi: dal latino maritare, verbo ancor oggi pronunciato nella lingua italiana e declinato nella maggior parte delle parlate locali e lingue romanze. Maȓieve tordèj, che st’ann i sai doi, e st’ann ch’i-i ven i sai trei! (sposatevi piccioncini, che quest’anno siete due e l’anno prossimo sarete in tre!). Maȓìjte e peu grigna, s’ët peuȓi! (sposati e poi ridi, se riesci!), invece è un modo di dire per anticipare come sarà la vita di coppia. Tutta retorica!

C’è una curiosità che mi ha sempre colpito: il vestito bianco delle spose, checché se ne dica, non trova significato nella metafora della purezza o della verginità come ce la raccontano, ma è semplicemente frutto della moda americana arrivata in Europa nella seconda metà del Novecento, quando cominciavano ad esserci informazioni dai nostri migranti su come si vivesse oltreoceano. Tutti noi abbiamo in mente almeno una fotografia di nozze della prima metà del Novecento in cui una donna, magari nostra nonna, indossa un abito scuro. Certamente, sono foto in bianco e nero, ma è sicuro che quel vestito non fosse di un colore chiaro.

La lingua piemontese dedica alla fede nuziale un sostantivo nient’affatto casuale: vëȓga. Si chiama così l’anello che i due sposi indossano al dito durante la loro promessa. L’etimo è anch’esso latino. Nel caso derivi da virgo, indica la verginità con la quale si era soliti arrivare a quel preciso scambio. Nel caso derivi da virga, si parla di un bastone ligneo e robusto ad indicare la rettitudine e la verticalità spirituale con le quali è necessario affrontare il contratto d’amore.

Ma il matrimonio vuol anche essere una metafora mangereccia; infatti maȓié ȓa mnestȓa significa sbattere uova e formaggio nella minestra per renderla più sostanziosa e nutriente!

Paolo Tibaldi

Banner Gazzetta d'Alba