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Bo: il Giro d’Italia sarà deciso nella tappa che parte da Alba

ALBA Per Carlo Bo sono stati quasi cinque mesi di straordinaria intensità: la ricerca di risorse per il terzo ponte sul Tanaro, l’annosa questione dell’Asti-Cuneo, il futuro tutto da scrivere della struttura dell’ospedale San Lazzaro, ma anche la rivendicazione delle radici della storia albese nella guerra di Liberazione, senza dimenticare la promozione del territorio che passerà, tra l’altro, dalla partenza di una tappa del Giro d’Italia 2020, l’Alba-Sestriere, la penultima, quella in cui si giocherà la corsa rosa. Era dal 2011 che Alba non ospitava una partenza di tappa, allora fu la seconda, un’ininfluente tratto pianeggiante fino a Parma, ma nel 2020 sarà un’altra storia.

Il 24 ottobre a Milano sarà svelato il percorso del Giro d’Italia. Possiamo annunciare ufficialmente che i destini della corsa rosa si decideranno nella tappa che partirà dalla nostra città, sindaco Bo?

«Ho dovuto lavorare molto per portare qui una tappa del Giro e posso finalmente confermare questa indiscrezione: da Alba partirà la penultima tappa, quella che precederà la passerella finale verso Milano. Il Giro d’Italia è una manifestazione che ha un’eco internazionale e ospitare la penultima tappa regalerà ad Alba e al territorio una vetrina incredibile e una visibilità straordinaria. Dobbiamo abituarci ad ambire a palcoscenici di rilievo e a ospitare eventi di questa portata; stiamo lavorando anche su altre buone idee in questa direzione».

Bo: il Giro d’Italia sarà deciso nella tappa che parte da Alba

Bo, sono passati quasi 5 mesi da quella notte fra il 26 e il 27 maggio 2019 quando diventò sindaco di Alba, come sono stati?

«Sono stati mesi intensi e faticosi, ma anche molto soddisfacenti: la responsabilità che implica il ruolo da sindaco è grandissima. Guidare una città dinamica come Alba è una sfida appassionante, che coinvolge la squadra di governo e l’intera struttura comunale. La nostra Amministrazione è caratterizzata da una forte componente di rinnovamento, che porta con sé grande entusiasmo e idee nuove. Voglio rivolgere un grazie particolare alla mia famiglia, che mi sostiene in questo percorso».

Che cosa ha rappresentato per lei inaugurare per la prima volta la Fiera internazionale del tartufo?

«Il giorno dell’inaugurazione della Fiera è tra i più importanti del calendario albese ed essere sul palco da primo cittadino mi ha fatto provare moltissime emozioni a cominciare dall’orgoglio di essere il sindaco di una comunità che ha saputo passare dalla malora alle fortune dell’Unesco, rimboccandosi le maniche e lavorando sodo. Poi, il senso di responsabilità, perché la Fiera è patrimonio di tutti da ben ottantanove anni ed è frutto del buon lavoro di tanti amministratori e personaggi illuminati del nostro territorio. Ma l’inaugurazione è anche l’occasione per le rivendicazioni del nostro territorio».

Nell’occasione, infatti, non ha risparmiato domande scomode al ministro Fabiana Dadone.

«Nell’estate la delibera del Cipe e l’avvio degli espropri avevano acceso qualche speranza, ma il recente parere dell’Europa le ha trasformate nell’ennesima illusione. Gli albesi lavorano, producono e versano a Roma ogni anno cifre importanti e in cambio ricevono tante parole, mentre le opere restano incomplete. Tutti i ministri che negli anni sono venuti ad Alba, e da ultimo anche il presidente del Consiglio Conte lo scorso marzo, continuano a fare promesse, ma l’autostrada nel frattempo non è avanzata di un centimetro. Sarei molto deluso di ritrovarmi a inaugurare la prossima Fiera con gli stessi problemi irrisolti e con le stesse domande da porre al ministro di turno».

Dopo gli ultimi sviluppi inizia a temere anche lei che passeranno ancora molti anni prima di poter transitare sull’autostrada?

«Molti cittadini mi hanno espresso questo timore, ma io da sindaco non intendo mollare. Il prossimo 23 ottobre sarò con il governatore Alberto Cirio a Bruxelles a incontrare i commissari europei per verificare la posizione del nostro Governo e ascoltare gli sviluppi futuri. Ho anche in previsione un incontro con i sindaci del territorio, per concordare una mobilitazione generale e far sentire la nostra voce unita. Il sistema economico della nostra area ha sopportato troppo a lungo la mancanza delle infrastrutture indispensabili».

Inizia a crescere in città la preoccupazione per il trasferimento dell’ospedale San Lazzaro a Verduno. Su questo tema come vi state muovendo, sindaco Bo?

«Ho detto più volte, e lo ribadisco ancora, che aprire l’ospedale senza un adeguamento della strada provinciale di Roddi è pura follia. Oggi un normale incidente su quella arteria determina ore di coda, se non addirittura la chiusura del transito veicolare; come si fa anche solo a pensare di farci passare ambulanze con persone bisognose di attenzioni, magari urgenti? Confidiamo molto nell’impegno per giungere a una soluzione del grave problema assunto nell’ultimo mese dal presidente della Regione Alberto Cirio».

Sul fronte delle opere, cosa dobbiamo aspettarci in questi ultimi tre mesi dell’anno, sindaco Bo?

«Introdurremo diversi interventi su molte aree della città e lo faremo dopo esserci confrontati anche con l’opposizione nelle commissioni competenti. Sicuramente interverremo sia nel centro sia nelle periferie con azioni finalizzate a migliorare la sicurezza, il decoro urbano e la vivibilità degli spazi. Abbiamo iniziato un percorso di dialogo con i quartieri e da questo lavoro meticoloso prenderanno origine le opere che realizzeremo entro la fine del 2019».

Quanto è importante preservare il nome “tartufo bianco d’Alba”?

«Tartufo bianco d’Alba è un brand di eccellenza conosciuto in tutto il mondo. Ha dell’incredibile che in Francia la legge preveda questa dicitura, mentre in Italia è in discussione un disegno di legge che vorrebbe cancellare il nome della nostra città e lasciare semplicemente “tartufo bianco pregiato”. Ci opporremo in ogni modo a questa proposta assurda, che penalizza tutto il nostro territorio e mortifica un lavoro di promozione durato moltissimi decenni. Non intendiamo indietreggiare di un solo centimetro».

Lei conosce molto bene la macchina amministrativa e gli albesi, ma c’è qualcosa che l’ha stupita in questi mesi da primo cittadino?

«Gli albesi mi stupiscono ogni giorno per la vivacità con cui promuovono delle nuove iniziative: la nostra è una città che non si ferma mai e, quindi, molto attrattiva. Mi hanno riempito di orgoglio le numerose realtà economiche e culturali che hanno richiesto d’incontrarmi, perché interessate a lavorare sul nostro territorio. La prima sfida dell’Amministrazione è riuscire a rimanere al passo di tanto fervore».

Diventare sindaco di Alba significa anche guidare una città medaglia d’oro per la Resistenza. Lei sente questa responsabilità, Bo?

«Ho avuto l’onore di diventare sindaco di una città medaglia d’oro e i valori fondanti della Resistenza faranno da ispirazione al mio operato. Se noi viviamo oggi in un mondo libero è grazie al sacrificio di chi non ha avuto paura di mettere in gioco la propria vita, lottando contro l’oppressione di un regime, quindi il primo sentimento forte che provo è di gratitudine. Da questa discende, poi, la responsabilità di conservare intatti i valori fondanti della nostra Repubblica e della sua Costituzione, radici solide che affondano in una storia di cui siamo tutti orgogliosi. Più il tempo passa e maggiormente cresce la necessità di mantenere viva la memoria; dalla storia dobbiamo trarre lezioni e trasmettere ai nostri giovani l’importanza di difendere la pace e la democrazia, seguendo l’esempio forte di chi ci ha preceduto».

Lei non si è mai sottratto su questo tema, magari stupendo anche i suoi stessi avversari politici.

«La difesa della libertà e della pace non ha colori politici e ritengo assurdo un atteggiamento divisivo su questi temi. Tutte le persone di buona volontà, di qualunque colore politico siano, devono fare fronte comune per difendere i diritti fondamentali, senza darli mai per scontati. È un dovere di riconoscenza nei confronti di chi si è sacrificato per quei diritti e di responsabilità nei confronti dei nostri giovani. La Resistenza è stato in primo luogo questo: un momento di partecipazione collettiva, in cui uomini e donne coraggiosi hanno lottato per conquistare la libertà e la nostra democrazia».

Come state preparando l’anniversario dei 75 anni dei Ventitré giorni della Città di Alba?

«È un anniversario così importante che tutti desideriamo non sia fagocitato dagli eventi legati alla Fiera. Così l’Amministrazione presenterà le celebrazioni all’inizio del mese di novembre, un’idea frutto di dialogo con le scuole e con le associazioni che sono certo daranno  la loro collaborazione, dimostrando nei fatti che il valore della libertà è molto più importante delle rivendicazioni di qualsiasi parte».

Marcello Pasquero

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