Enrico Costa interroga il ministro Paola De Micheli sui pedaggi della tangenziale di Torino

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«Provate a moltiplicare 1,50 euro per tutte le automobili che superano (in entrata o in uscita) la barriera di Carmagnola e sono dirette o provengono dai caselli della provincia di Cuneo (Ceva, Niella Tanaro, Mondovì, Carrù, Cuneo, Fossano e Marene) e verrà fuori una cifra enorme: questa è la cifra che i cittadini della Granda pagano per la tangenziale di Torino, anche se non la percorrono, in luogo di coloro che non la pagano percorrendola dagli svincoli urbani torinesi. Perché 1 euro e 50 centesimi è l’obolo che per ogni passaggio alla barriera di Carmagnola viene versato nelle casse del concessionario che gestisce la tangenziale di Torino». Lo afferma l’On. Enrico Costa che, fin dal 2014, ha sottoposto questa problematica ai vari ministri dei trasporti che si sono susseguiti.

«Per questo motivo ho presentato un’interrogazione al ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, per evidenziare l’iniquità del sistema di esazione del pedaggio della tangenziale torinese e per chiedere un riequilibrio dei parametri della tariffa: è una storia di iniquità autostradale che va risolta al più presto».

A pagare il pedaggio della tangenziale di Torino sono infatti esclusivamente gli automobilisti che provengono dagli assi autostradali o che, viceversa, percorrono la tangenziale per poi raggiungere i caselli autostradali; il pedaggio, invece, non è dovuto da chi percorre la tangenziale accedendovi e uscendovi attraverso svincoli urbani, anche se percorre fino a 55 chilometri.

Un esempio è quello dell’utente proveniente dalla Provincia di Cuneo. La barriera sulla A6 (Torino-Savona) è posizionata a Carmagnola: l’importo da pagare ad Ativa Spa, la società che gestisce la tangenziale di Torino, è ricompreso nel prezzo del biglietto della tratta autostradale e ammonta a 1 euro e 50 centesimi (che sono di pertinenza di Ativa).

Al contrario, l’automobilista che resta all’interno della tangenziale di Torino (ad esempio dall’aeroporto di Caselle entra in tangenziale, vi percorre decine di chilometri ed esce a uno svincolo urbano) non paga un euro.

«Ma è equo tutto questo?», domanda Costa. «Paga la tangenziale solo l’utente che va o viene da Torino. Qualcuno replicherà che tutti costoro sono anche utilizzatori dei raccordi, cioè di quei tratti di strada che collegano la tangenziale con le autostrade e che il costo è parametrato al numero di chilometri dei raccordi: ma questo è solo un escamotage, visto che queste risorse servono anche per la manutenzione della tangenziale Nord e della tangenziale Sud. E ciò a fronte di volumi di traffico, che interessano il sistema tangenziale torinese, che superano in media i 400 mila veicoli al giorno».

«Questa è l’occasione giusta per cambiare le cose, e ho chiesto al Ministro di interessarsene», aggiunge Costa. «Il 10 settembre scorso è stato pubblicato il bando di gara per il rinnovo delle concessioni autostradali che riguardano le tratte torinesi, fra le quali risulta anche il Satt (Sistema autostradale tangenziale torinese), finora in gestione ad Ativa. Dopo tanto tempo (la precedente concessione, scaduta nel 2016, era in fase di proroga) il Governo ha la possibilità di migliorare il sistema di pagamento, mettendo fine a questo trattamento impari. Peraltro, si tratta di un pedaggio che di anno in anno diviene più esoso: solo nel 2019 l’aumento consentito per il tronco A6 Torino-Savona dell’Autostrada dei Fiori è stato del 2,22%»

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