ASTI Il giudice ha optato per una pena detentiva di 5 mesi corredata da 400 euro di multa oltre alla restituzione del maltolto (4mila euro in tutto). Fin qui nulla di diverso rispetto ad altri casi di truffa, il metodo è uno dei “classici”, ottenuta copia dei documenti d’identità della vittima, la protagonista della vicenda giudiziaria acquistava prodotti tecnologici e le fatture di pagamento arrivavano regolarmente ai bersagli del raggiro.
La vicenda che si è consumata nelle aule del tribunale di Asti, questa volta, però è una riedizione della soap “Tutto in famiglia”, a subire infatti la condanna è stata la sorella del fidanzato della giovane astigiana truffata. La donna si era insospettita quando le era arrivata un’ingiunzione di pagamento per alcuni smartphone e una chiavetta internet mai acquistate (4mila euro l’importo).
In un secondo momento si è ricordata di aver fornito copia dei documenti alla cognata, impiegata in un centro di telefonia, per il rinnovo della garanzia sul proprio cellulare e ha sporto denuncia. La perquisizione, eseguita dai militari dell’Arma, ha portato al rinvenimento di altri documenti fotocopiati dalla giovane, consegnati dai clienti per la sottoscrizione dei contratti.
d.g.