L’Acquedotto delle Langhe cambia lo statuto. Solo Alba si astiene

Il presidente della Provincia (socio di maggioranza dell'Acquedotto delle Langhe) Federico Borgna.

CICLO IDRICO Lo statuto dell’Acquedotto delle Langhe e delle Alpi Cuneesi (Alac) è stato modificato senza intoppi dall’Assemblea, che si è svolta nei giorni scorsi. L’unico Comune che si è astenuto è stato Alba, gli altri hanno votato a favore. Il direttivo della società (partecipata da 21 Comuni e dalla Provincia, socio di maggioranza con il 53% del capitale) non ha voluto commentare le modifiche ed entrare nel vivo delle norme, affermando che il verbale dell’Assemblea «deve essere ancora ratificato dal notaio, e fino allora non saranno date informazioni».

A spiegare la prospettiva di questi cambiamenti ci ha pensato il presidente della Provincia Federico Borgna, in qualità di socio di maggioranza. «Innanzitutto quella dell’Acquedotto delle Langhe e delle Alpi Cuneesi è una delle più belle storie da raccontare. Si tratta di una delle infrastrutture che più di tutte tiene unito il territorio, grazie alla lungimiranza di alcune menti illuminate e alla condivisione delle idee. L’acqua da dove c’era è arrivata dove serviva. Sembra qualcosa di normale, ma se pensiamo al passato è qualcosa di rivoluzionario. Ecco, noi, con questa modifica vogliamo fare nostro questo metodo di condivisione e lasciare una sorta di polizza per il futuro».

In pratica con la variazione dell’articolo 12 dello statuto viene ridimensionato il peso del Consiglio di amministrazione e si trasferisce più potere all’assemblea. Aggiunge Borgna: «Vogliamo dare più peso ai piccoli Comuni, inutile dire che, come socio di maggioranza, potevamo fare di testa nostra, ma abbiamo deciso che per le azioni strategiche, che riguardano acquisizione e dismissione delle partecipazioni, finanziamenti e concessione di garanzia verso terzi sia necessaria la maggioranza qualificata».

Il risultato dell’Assemblea e la direzione intrapresa sono frutto di un progetto iniziato da diverso tempo, come spiega ancora il Presidente della Provincia. «Il risanamento è partito da cinque anni grazie al lavoro del Consiglio di amministrazione guidato prima da Pier Giorgio Giacchino e ora retto da Marino Travaglio che ha portato il bilancio della società dalla perdita all’utile. Quest’anno, per la prima volta abbiamo distribuito dei dividendi. E abbiamo continuato un percorso fatto di dialogo e di scelte condivise, come ad esempio, l’avvenuto ingresso di Alac in Cogesi, il consorzio pubblico deputato alla gestione del servizio idrico nell’Ato 4 Cuneese. Sono pronto a sentire anche le motivazioni alla base dell’astensione del Comune di Alba».

L’Alac, intanto, continua a essere senza presidente da aprile 2019, dopo che era emersa l’incompatibilità della carica di Pier Giorgio Giacchino con il ruolo di consigliere dell’Unione montana Alta Langa. Secondo indiscrezioni provenienti dall’Assemblea il sostituto dovrebbe essere scelto entro il primo trimestre del 2020.

Daniele Vaira

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