Nicotina, il pericolo della sigaretta

In soli sette secondi le sue molecole vanno dal sangue al cervello

Nicotina, il pericolo della sigaretta

SALUTE Nel 2018 il dipartimento di patologia delle dipendenze dell’Asl Cn2 ha seguito 68 casi di persone con problemi di dipendenza da nicotina. Ne abbiamo parlato con il direttore Giuseppe Sacchetto, direttore del dipartimento funzionale di patolgia delle dipendenze.

Nicotina, il pericolo della sigaretta 1

Che cos’è la nicotina?
«È uno degli oltre quattromila principi attivi del tabacco, insieme a catrame (che ne conferisce il gusto) e monossido di carbonio, solo per citarne alcuni dei principali. La nicotina ha un effetto stimolante e, ad alti dosaggi, diventa un calmante, distendendo i muscoli. Al contempo, diminuisce i sintomi della fame, le sensazioni di ansia e aggressività».

Quali altri effetti determina la sua assunzione?
«La nicotina viene liberata con l’accensione della sigaretta e, attraverso le particelle di catrame, arriva direttamente ai polmoni per poi passare nel sangue. In sette secondi le molecole di nicotina raggiungono il cervello. Gli effetti durano tra 10 e 30 minuti. L’abitudine al fumo genera tolleranza, diminuendo l’effetto di ogni sigaretta. Con la sua azione psicotropa, la nicotina può indurre dipendenza e patologie oncologiche, malattie coronariche e respiratorie, ictus e vasculopatie periferiche».

Quando si diventa clinicamente dipendenti?
«I criteri per valutare la dipendenza sono: il desiderio persistente o il fallimento dei tentativi di smettere di fumare; un aumento della quota del proprio reddito destinata all’acquisto della sostanza; la prosecuzione nell’uso nonostante la consapevolezza di un problema di salute; il disagio da astinenza, anche breve, che porta al desiderio continuo di fumare».

In che modo vengono seguite le persone dipendenti da nicotina?
«In prima battuta, si consiglia loro di smettere. Poi il dipartimento patologia delle dipendenze dell’Asl Cn2, in collaborazione con la Lilt, propone un trattamento volto alla cessazione del fumo di tabacco, che prevede percorsi terapeutici di gruppo e individuali, basati su tecniche cognitivo- comportamentali, di sostegno alla motivazione e al cambiamento dello stile di vita e include una consulenza specialistica sia farmacologica che psicologica».

La sigaretta elettronica è una soluzione?
«Pur eliminando catrame e altri gas, la sigaretta elettronica eroga comunque dosi di nicotina. Nell’intervista Passi, promossa dal servizio di epidemiologia dell’Asl, risulta che tra chi fumava nei dodici mesi precedenti, il 42 per cento ha tentato di smettere. Di questi il 92 per cento ha smesso da solo, il 3 per cento con la sigaretta elettronica, il 2 per cento con farmaci e solo l’1 per cento lo ha fatto partecipando al corso organizzato dall’Asl».

Qual è la prevenzione più efficace?
«La prevenzione non può limitarsi a singole azioni, ma a un concerto di interventi normativi quali, ad esempio, divieto di fumo in luoghi pubblici, modifiche del costo del singolo pacchetto di sigarette, limitazione della pubblicità, supporto sanitario in ambulatori e farmacie, iniziative a scuola e negli ambienti di lavoro: tutti aspetti utili per modificare pregiudizi e distorsioni cognitive, promuovendo stili di vita più sani».

VENTISETTE SU CENTO FUMANO TABACCO

Nell’Asl Cn2, secondo i dati 2015-2018 del sistema Passi, il 27 per cento degli adulti tra 18 e 69 anni dichiara di essere fumatore, valore più elevato rispetto a quello riscontrato in Piemonte (24 per cento), dove si stimano 700mila fumatori. Gli “abituali” dichiarano di fumare 11 sigarette al giorno. Il 18 per cento risulta ex fumatore e il 55 dichiara di non aver mai fumato. L’abitudine al fumo è più diffusa negli uomini rispetto alle donne (33 contro 21 per cento), nei giovani dai 18 ai 34 anni e nelle persone con difficoltà economiche.

In Italia, il fumo è la prima causa di morte evitabile, con una stima di 70-85 mila decessi all’anno (dei quali più di cinquemila in Piemonte) e più di un milione di anni di vita potenzialmente persi.

Enrico Fonte

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