SOLIDARIETÀ La recente ondata di maltempo ha acceso i riflettori su una situazione che, se da un lato conferma la capacità del tessuto sociale di aiutare chi è in difficoltà, dall’altro mette in luce forti contraddizioni e interroga ciascuno. Nella città del tartufo bianco, dei vigneti che costano come l’oro, dei ristoranti stellati ci sono persone che non sanno dove passare la notte. È il caso di sei senzatetto, fino a qualche giorno fa accampati lungo il Tanaro in sistemazioni caratterizzate dal degrado che, durante l’emergenza meteo, sono stati trasferiti e messi al sicuro. Due sono stati accolti dalla Caritas diocesana di don Gigi Alessandria. A prendersi cura degli altri quattro, tutti di origine romena, è stata la parrocchia del duomo che, in collaborazione con Proteggere insieme, ha dato loro un letto prima in piazza Prunotto, a fianco dei nomadi evacuati, e poi in un’area dell’oratorio parrocchiale adibita a parcheggio: qui è stata allestita una tenda al cui interno sono stati collocati letti che assicurano un riparo per la notte.
«Cibo e indumenti vengono garantiti attraverso le strutture di accoglienza di Caritas e parrocchia; siamo in attesa che si trovi una più adeguata sistemazione, di concerto con Caritas, Comune e servizi sociali», ha commentato il parroco del duomo don Dino Negro, che si è occupato della vicenda, insieme a don Renzo Costamagna e al collaboratore parrocchiale Savino Cavaglià. «Probabilmente si può fare di più: si tratta di un piccolo gesto a fronte di un numero crescente di richieste di aiuto».
Sul fronte dell’accoglienza la parrocchia del duomo è attiva anche con il centro di ascolto Betania che si prende cura di ottanta famiglie, mettendo in campo ogni anno circa 40mila euro. L’ultima domenica del mese, insieme alle parrocchie di San Giovanni e San Damiano, promuove il progetto Adotta una famiglia, che a novembre ha permesso di raccogliere 3.500 euro da destinare a persone bisognose. Inoltre, c’è il gruppo del Pane di San Teobaldo, che ogni sera distribuisce in via Vida borse con pane e altri generi alimentari raccolti dai volontari presso panetterie e attività di ristorazione dell’intera zona.
Enrico Fonte
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