ALBA L’emergenza non coglie impreparati gli insegnanti che continuano l’attività didattica a distanza. Gli strumenti informatici non mancano e molti si sono organizzati per utilizzare al meglio tutte le possibilità del mondo digitale e garantire il valore dello studio anche in condizioni di disagio. Siamo in tanti ad aver dedicato un angolo delle nostre abitazioni per contatti digitali a distanza, lavoro e video lezioni per ragazzi.
Tra le persone che si sono adeguate e reinventate il lavoro on-line, non solo per resistere all’emergenza ma per offrire un servizio didattico, c’è Silvia Pio, docente di lingua inglese e formatrice. Silvia, che ha la partita Iva e che abitualmente lavora nelle aziende e in scuole di formazione, esclusivamente con allievi adulti, ha visto tutti i suoi corsi sospesi e per ora non ha indicazioni che le consentano di capire se le lezioni di formazione finanziati dalla Regione si possano tenere a distanza, quindi si è ritrovata senza lavoro.
«Ho pensato che non c’era nulla che mi impedisse di condividere le mie attività quotidiane di ricerca del materiale didattico con i miei studenti», racconta Silvia. «Ho chiesto al centro di formazione Formont, per il quale lavoro regolarmente, se potevo scrivere agli iscritti dei corsi serali finanziati e proporre loro di continuare a rimanere in contatto. Basandomi su quanto fatto in aula, sto mandando loro per email del materiale che possono usare da soli. Vista la risposta positiva di questi allievi, ho pensato che ci potessero essere altre persone interessate a migliorare e praticare l’inglese. Negli anni ho messo insieme una mailing list di allievi e potenziali allievi; ho scritto loro chiedendo se volevano ricevere delle indicazioni per email e ho fatto un post sulla pagina e sul profilo Facebook. Finora ho ricevuto una ventina di adesioni e ho mandato loro alcuni suggerimenti, divisi per livello di conoscenza della lingua e una griglia per capire in quale grado collocarsi. Questo impegno mi occupa molto del tempo che ho a disposizione e mi aiuta a rimanere collegata con una certa routine, con un ruolo professionale».
«Molti di noi si sono dovuti fermare e coloro che non l’hanno fatto lavorano in condizioni difficili, se non pericolose», spiega Silvia. «Quello che non si deve fermare è il nostro interesse verso le attività che ci piacciono e ci sono utili. La pratica della lingua non si può interrompere, a maggior ragione se è una lingua che stiamo imparando, che vogliamo migliorare e che non è facile usare nella vita quotidiana, soprattutto nella vita di reclusione che stiamo facendo. È una iniziativa temporanea, in attesa di poter ritornare tutti al lavoro e ad una quotidianità che sarà ancora più piacevole dopo questa esperienza».
Bruna Bonino
Chi è interessato a ricevere la newsletter può contattare Silvia su Facebook oppure può scrivere una email all’indirizzo walkstours@libero.it