La Finanza trova 50mila falsi capi firmati per una frode da due milioni di euro

Controlli della Finanza contro il lavoro sommerso: trovati 50 dipendenti irregolari

TORINO Contraffazione di marchi e frode in commercio: rischia fino a 4 anni di reclusione un imprenditore sessantenne ferrarese, leader nella falsificazione e importazione di marchi d’alta moda. Una fabbrica a Monastir, Tunisia, nuova capitale del griffato contraffatto; depositi a Pesaro dove la merce veniva immagazzinata e una rete di “piazzisti” per lo smercio. Un giro d’affari di 2 milioni di euro, quello scoperto dagli uomini del gruppo di pronto impiego della Guardia di finanza di Torino, coordinati dai magistrati Vincenzo Pacileo e Alessandro Aghemo della Procura del capoluogo.

Tutto è iniziato da una serie di controlli, disposti dagli uomini delle fiamme gialle, per le attività anomale di importazione cui è seguito il sequestro di 50mila fra capi d’abbigliamento e accessori. Anche il marchio Andrew Charles di proprietà di Andy Hilfiger, fratello del più noto Tommy, era nella lista delle sigle prestigiose adulterate: i baschi verdi hanno potuto disporre, per la prosecuzione delle indagini, anche delle informazioni messe a disposizione dagli stessi stilisti tramite il distributore ufficiale che ha sede a Santhià

Davide Gallesio

 

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