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Slow food sta studiano un piano per non rinviare Terra madre 2020

Slow food sta studiano un piano per non rinviare Terra madre 2020
Edizione 2018. Archivio Slow food

BRA L’ultima parola non è ancora detta, perché mancano quasi sei mesi, ma è molto probabile che anche la prossima edizione di Terra madre-salone del gusto debba essere stravolta per il coronavirus. È difficile pensare che quest’anno – la manifestazione è in programma a Torino dall’8 al 12 ottobre – possa essere riproposta con i numeri di partecipazione e coinvolgimento planetario delle ultime edizioni: 5mila delegati delle comunità del cibo da tutti gli angoli del mondo, oltre un migliaio di produttori, 220 mila visitatori in 5 giorni di apertura. «Non dipende da noi, ma è facile prevedere che sarà impossibile ricreare quella dimensione internazionale con la presenza fisica di persone in arrivo da tutto il pianeta», conferma Roberto Burdese, coordinatore della comunicazione di Slow food, l’associazione che organizza la rassegna, con la Regione Piemonte e la Città di Torino.

«Siamo al lavoro per studiare piani alternativi», spiega. «Una parte potrà essere espositiva, un’altra virtuale. Se dovremo spostare le date di un mese potrebbe andare bene, di sicuro non ci sarà un rinvio totale di tutte le attività al 2021».

Terra madre-salone del gusto, oltre a portare cibi di qualità da tutto il mondo, ha infatti una parte educativa e sociale che non può essere rimandata. «A maggior ragione adesso – spiega Burdese – l’inquinamento, il depauperamento delle risorse naturali, della biodiversità, i cambiamenti climatici sono stati complici del coronavirus. E nella rete di Terra madre ci sono comunità che la pandemia sta falcidiando, oltre al fatto che tanti piccoli produttori, a cominciare da quelli italiani, con l’emergenza e la crisi economica rischiano di scomparire. Quindi, anche solo con l’aiuto delle piattaforme tecnologiche, Terra madre in qualche modo si farà comunque nel 2020».

Ecco perché in vista di un Terra madre-salone del gusto quasi sicuramente diverso dal solito, ma «ancora più importante», Slow food a giorni lancerà l’iniziativa di un fondo per sostenere quel mondo di piccoli allevatori, contadini, artigiani del cibo a rischio di estinzioni. Quelli saliti idealmente sull’Arca del gusto di Slow food che nell’epoca del coronavirus deve navigare in mari ancora più tempestosi.

Ansa

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