Verduno: l’Unità di crisi sostituisce dopo meno di una settimana i due medici rientrati dalla pensione

Verduno: l'Unità di crisi sostituisce dopo meno di una settimana i due esperti medici rientrati dalla pensione

VERDUNO A sorpresa, tra domenica e lunedì il colpo di mano dell’unità di crisi, con la sostituzione di Ivo Casagranda, responsabile dell’area medica e Giuseppe Cornara, per pochi giorni primario del reparto di rianimazione. Un fulmine a ciel sereno: «La decisione è stata presa dall’Unità di crisi ed è giunta totalmente inattesa. Ringrazio Casagranda e Cornara che si sono messi subito a disposizione della nostra Asl, sicuro che saranno degnamente sostituiti da due eccellenti medici attivi in Piemonte», ha commentato il Commissario per l’apertura di Verduno Giovanni Monchiero, nominato direttamente dal presidente della regione Piemonte Alberto Cirio e per questo passato indenne alle Forche Caudine dell’Unità di crisi.

Al loro posto due medici giovani, ma di grande esperienza nel settore. A sostituire Casagranda come responsabile dell’area medica sarà Massimo Perotto, 38 anni, medico urgentista presso l’Azienda Ospedaliera di Cuneo. Ruolo che ricopre dal 2013.

Roberto Gioachin sarà primario del reparto di rianimazione, fino a ieri direttore della Struttura complessa Emergenza Sanitaria 118 dell’ospedale di Novara. Gioachin torna nella Granda dopo essere stato responsabile della Base Elisoccorso di Cuneo-Levaldigi e medico anestesista referente per il Dipartimento emergenza e accettazione dell’ospedale di Savigliano.

Fatale a Casagranda e Cornara potrebbe essere stato l’atteggiamento prudente adottato nei primi giorni in cui i due esperti medici hanno chiesto di poter istruire i medici neo laureati, prima di entrare a pieno regime con i ricoveri. Una prudenza che non sarebbe stata in linea con la politica dell’unità di crisi.

Casagranda commenta con lo stile che gli è proprio: «Tornerò a occuparmi di istruzione e di editoria come fatto negli ultimi anni. C’è un filo di amarezza per lo stile con cui ci è stata comunicata la decisione, ma anche se di pochi giorni, la mia e quella del dottor Cornara rimane un’esperienza positiva. Abbiamo trovato un grande ambiente e giovani medici che rappresentano il futuro della nostra professione e sapranno fare bene a Verduno».

Marcello Pasquero

 

L’intervista al dottor Ivo Casagranda

Sabato avevamo realizzato questa intervista al dottor Casagranda, poche ora dopo la decisione dell’Unità di crisi.

 

CASAGRANDA: “LA PANDEMIA CI FARA’ CAPIRE L’IMPORTANZA DELLA SANITA’ PUBBLICA”

«È vero non è una scelta facile lasciare la famiglia e la propria casa e rientrare dalla pensione venendo catapultati in piena emergenza Coronavirus, ma sarebbe stato molto più difficile e avvilente restare a casa con le mani in mano in questo momento in cui la storia ci sta passando davanti e c’è un disperato bisogno di medici». Ivo Casagranda non ha avuto dubbi quando, un altro neopensionato, l’ex direttore sanitario dell’Asl Cn2 Tofanini lo ha contattato per accompagnare l’apertura dell’ospedale di Verduno e seguire i medici, molti alle prime armi che opereranno in quello che è stato eletto a ospedale Covid per il Piemonte.

Classe 1952, dal 1997 al 2017, primario della Medicina di urgenza dell’ospedale di Alessandria, direttore del Dipartimento di emergenza e accettazione e del Dea interaziendale funzionale dell’azienda ospedaliera e dell’Asl Alessandria in coordinamento con l’Asl Asti, co-fondatore e presidente della Academy of Emergency Medicine and Care associazione scientifica interdisciplinare che riunisce medici con ogni specializzazione, Ivo Casagranda è salito sulla macchina, ha salutato la famiglia, la casa a Pavia e si è messo al servizio dell’Asl Cn2.

«Mi sono trovato in questi giorni a lavorare con un’equipe che non conoscevo, a eccezione del responsabile della pneumologia dell’Asl Cn2 Giuseppe Galeasso. Lavorare in emergenza, con una percezione forte dell’importanza del ruolo che si svolge porta a creare subito uno spirito di squadra che difficilmente è possibile plasmare in pochi giorni in condizioni normali», spiega Casagranda che aggiunge: «Abbiamo approfittato, con il dottor Pomero, dei primi giorni con pochi pazienti per dedicarci alle lezioni per la cura del paziente, come vestire o spostare i pazienti».

Casagranda di origine trentina, ma da tempo residente nel pavese racconta: «I giovani medici hanno il giusto approccio, vengono da studi con ottimi risultati e mi sorprende la loro attitudine e l’animo con cui si mettono a servizio in questa emergenza. Lo spirito è quello giusto. Il tempo stringe perché oggi, martedì 7 aprile sono già una ventina i pazienti ricoverati, in pochi giorni arriveremo a cinquanta».

La domanda che viene spontanea è “Chi glielo ha fatto fare?”, ma Casagranda non ha dubbi e ricostruisce le ultime settimane: «Non posso dire di essermi riposato in questi due anni e mezzo di pensione, mi sono dedicato a pubblicazioni e seminari. Con l’inizio dell’emergenza Covid 19, iniziavo ad avvertire un malessere, pensavo di non essere dove sarei dovuto essere. In fondo è proprio vero che non si smette mai di essere medici. Quando è suonato il telefono e dall’altra parte c’era Paolo Tofanini che mi chiedeva di mettermi a disposizione per il Covid Hospital di Verduno, non ci ho pensato due volte e ho detto sì».

Una scelta che ne implica molte altre: «Non è stato facile dirlo in famiglia, ma la spinta ad aiutare è stata più forte di tutto, nonostante questo comporti per un periodo lasciare gli affetti più cari, dormire in un hotel lontano da casa».

Una situazione che è comune ai tanti colleghi: «Questa pandemia sta svelando l’anima delle persone, sta riportando tutti a una dimensione più umana e ha permesso il fiorire di tante iniziative di solidarietà, fino a poco tempo fa impensabili. E’ cambiata la percezione di noi medici e dei sanitari in genere, siamo in prima linea e proviamo a salvare delle vite. Sa cosa sarebbe bello? Che finita questa pandemia molti bambini sognassero di diventare medici, c’è bisogno di giovani capaci e appassionati».

Secondo l’esperto Casagranda la pandemia porterà in dote anche un’importante riflessione: «Tutto ciò che è successo in Italia ci farà capire quanto sia importante la sanità pubblica per il nostro paese. Una sanità che deve tornare a essere un vanto mondiale e una priorità per i governi».

Casagranda conclude l’intervista con una riflessione sull’ospedale di Verduno: «Anche se la situazione è emergenziale, essere tra i primi medici a lavorare in un ospedale come questo è un grande privilegio. Dovete essere orgogliosi perché l’ospedale di Verduno diventerà una struttura unica nel suo genere. Immagino le ricadute che potrà avere per un paziente in fase di guarigione potersi svegliare e vedere dalla finestra questo meraviglioso panorama, è terapeutico per il sottoscritto, figuriamoci per chi viene da un’operazione o da un intervento serio. So che si è fatto attendere a lungo, ma ora l’ospedale c’è, è aperto ed è quello che conta».

Marcello Pasquero

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