La raccolta differenziata è arrivata al 74,4 per cento

Il sacco prepagato consegnato ai residenti di 40 Comuni sui 55 del consorzio ha fatto la differenza, determinando anche il crollo dei materiali non selezionati: 153 kg a testa per anno

La raccolta differenziata è arrivata al 74,4 per cento

IMMONDIZIA Il Coabser, consorzio rifiuti di Albese e Braidese e la Str, società che gestisce gli impianti con un costo annuo di 88,7 euro per abitante per l’intero ciclo, si confermano tra i più virtuosi d’Italia. Nel nostro Paese, in media ogni cittadino spende di Tari – la tassa per smaltire il pattume – quasi il doppio, 174 euro, mentre ogni piemontese ne sborsa in media 164.

Il consorzio nostrano, oggi guidato dal presidente Giuseppe Dacomo, ha appena presentato dati estremamente lusinghieri. Grazie anche all’azione impostata a suo tempo dall’ex presidente Silvano Valsania, Langhe e Roero sono state nel 2019 tra le zone migliori d’Italia per la raccolta differenziata, volta in risparmio per i cittadini. Coabser significa però un capitale di risorse e impianti che non dev’essere vanificato dalla modifica della legge numero 1, che sembra andare in direzione di un’unica autorità piemontese per la gestione degli impianti.

I NUMERI
Il Coabser vanta il 74,4% di raccolta differenziata, quasi 7 punti percentuali in più del 67,7% dello scorso anno, ben 11 oltre il 2017 e 18 meglio del 2016. I dati provvisori forniti dal consorzio – per i definitivi occorrerà attendere che la Regione li ufficializzi, entro novembre – fotografano una zona molto virtuosa nel selezionare la spazzatura. Viene raggiunto e superato l’obiettivo regionale del 65% entro il 2020. La crescita esponenziale è stata trainata dal sacco prepagato, che ha permesso ad alcuni Comuni di superare il 90% di differenziata e di far volare molti dei 55 Municipi consorziati oltre l’80.

Una nota leggermente stonata, in questo quadro estremamente positivo, la suona proprio Alba, che si stabilizza al 65,4% contro il 67,3% del 2017 e il 65,5% del 2018. Un assestamento, dopo anni di forte crescita, che ha peraltro portato la raccolta differenziata sotto le torri dal 42% al dato odierno. Non bisogna dimenticare che sulla capitale delle Langhe orbitano quasi 100mila persone ogni giorno e si sono registrati, nel 2019, quasi mille turisti ogni notte.

Le performance migliori arrivano invece dai Comuni che hanno adottato il sacco prepagato, con Magliano Alfieri (92%) e Bra (91%) che per la prima volta superano il Municipio “riciclone” per eccellenza nell’ultimo decennio: Marene, fermo, si fa per dire, all’87% di pattume separato.

SACCO PREPAGATO
Il sacco prepagato (o conforme), voluto fortemente dall’ex presidente del Coabser Silvano Valsania e sostenuto oggi da Giuseppe Dacomo, conferma di essere un successo su tutta la linea. Sono 40 su 55 i Comuni che lo hanno adottato, con una media di raccolta differenziata dell’85%, contro il 74,4% di tutto il consorzio.

Il sacco conforme (o prepagato) traina anche il crollo dei materiali indifferenziati, che passano da 185 chili pro capite nel 2018 a 153 nel 2019, con una media di 98 chili nei paesi che adottano la nuova modalità di raccolta. «I centri che utilizzano il prepagato stanno trainando tutti gli altri. Se non si aggiungeranno altri Comuni, però, i prossimi obiettivi di legge (125 chili a testa l’anno d’indifferenziato nel 2025) risulteranno proibitivi», ha spiegato Dacomo durante l’assemblea, invitando ad accogliere le nuove politiche di differenziazione.

Magliano Alfieri è il migliore

Nel 2019 il Coabser batte ogni record, grazie ai 40 paesi che hanno adottato il sacco conforme. Basti pensare che nel 2014 solo 3 Comuni su 55 differenziavano oltre il 65%, mentre oggi sono l’80%. Nel 2014 il centro meno “riciclone” differenziava appena il 22%, mentre nel 2019 la maglia nera va ancora una volta a Santo Stefano Belbo, con il 51%. Come già detto, la palma di paese più capace di differenziare, dopo il decennio di Marene, passa a Magliano Alfieri, che arriva al 92% (nel 2016 riciclava appena il 50), con Bra a un’incollatura che chiude al 91%.

Marene scende al terzo posto, rimanendo comunque stabile all’87%. Altri dieci Comuni superano l’80% di raccolta differenziata: sono Barbaresco con l’85%, Verduno e Salmour con l’83, Camo, Pocapaglia e Roddi con l’82, Castiglione Falletto con l’81, Ceresole, Monforte e Vezza con l’80.

Ottimi risultati anche per i Municipi che chiudono l’anno con oltre il 70%, ben 22. Castellinaldo, Cossano Belbo, Roddino e Sinio registrano il 79% di raccolta differenziata. Poco sotto, con il 77%, Novello, Neviglie e Trezzo Tinella. Chiudono con il 76% Castiglione Tinella e Sanfré. 75% per Baldissero, Barolo, Castagnito, Monticello e Priocca. Montaldo, Montelupo, Neive e Piobesi registrano il 74%. Si fermano al 72% Monteu, Grinzane Cavour e Santa Vittoria. Govone registra il 71%. Raggiungono il 65% (imposto dalla Regione entro il 2020) Sommariva Perno (67%), Treiso (67), Monchiero (67), Santo Stefano Roero (66), Alba (65,4), La Morra (65) e Montà (65). Sotto al 65% rimangono solamente 13 centri del Coabser, a partire dal 64% di Corneliano e dal 63 di Cervere e Mango. 61% invece per Narzole e Serralunga, 60% a Bene Vagienna e Rodello. Sotto il 60% si fermano Sommariva del Bosco, Cherasco e Guarene (59%). In coda alla classifica Canale (54%), Diano (52) e Santo Stefano Belbo (51).

Il caso albese merita una riflessione. L’obiettivo del 65% di raccolta differenziata è stato raggiunto, ma rimangono lontani altri traguardi. Negativo, rispetto al 2017 e al 2018, il dato dei rifiuti indifferenziati pro capite, salito dai 239 chili del 2017 ai 243 del 2018, fino a 260 nel 2019, pure se sotto alla proiezione di 268 chili a testa l’anno (ma 159 era l’obiettivo indicato dalla Regione entro il 2020). Migliora leggermente il dato della quantità totale di rifiuti prodotti (obiettivo della Regione nel 2020: 455 chili): Alba sfiorava a fine 2016 i 600 chili per abitante, già calati dagli oltre 800 del 2010. Nel 2017 il dato è tornato a salire a 730 chili, per arrivare ai 775 del 2018 e assestarsi nel 2019 a 752: grandi aziende e turismo incriminati.

Raccolta, smaltimento e isole ecologiche ci costano 18 milioni l’anno nell’area Coabser

Riciclare rende denaro, riciclare bene può rendere moltissimo. Basti pensare che è sufficiente una tazzina di ceramica per vanificare la raccolta di un’intera campana di vetro. E se i numeri della raccolta differenziata sono lusinghieri, vanno ancora meglio i dati economici. Analizzare i numeri relativi al costo di smaltimento della spazzatura permette di appurare come sia calato di ben 2 milioni di euro il costo di trattamento dell’indifferenziato, da 6 a 4 milioni.

Le tonnellate smaltite sono passate da 37mila nel 2013 a 26mila nel 2019. Nello stesso periodo il costo per ogni tonnellata di rifiuti smaltita è sceso da 160 a 150 euro. Considerando anche la raccolta di organico, che ha contribuito a far calare la quantità di rifiuti prodotti, possiamo constatare come si sia passati da 39.900 tonnellate del 2013 a 32mila tonnellate nel 2019. Il costo complessivo per pattume e organico è così passato da 6,2 milioni a 4,5 milioni di euro, con un risparmio per ognuno dei circa 170mila residenti nell’area del Coabser di 10 euro, dal 2013 al 2019.

Se lo smaltimento costa 4,5 milioni di euro, la raccolta, vale a dire la parte più onerosa, ammonta a ben 9 milioni di euro per i tre appalti di Alba, Bra, Langhe e Roero. Il costo delle isole ecologiche è di 4,1 milioni, mentre si calcolano 442mila euro per i sacchi prepagati. Il totale per tutto il ciclo dei rifiuti ammonta quindi a 18 milioni di euro, ma solo 15 milioni e mezzo circa finiscono nelle bollette, perché la vendita di plastica (1,4 milioni di euro), di carta (552mila euro) e altre entrate minori permettono di abbattere i costi.

Il totale di 15.441.165 euro porta il costo pro capite per i 172.200 abitanti del Coabser a 89,7 euro, abbattuti di un ulteriore euro del dividendo da Str: vuol dire 88,7 euro a persona l’anno, uno dei più bassi di tutta Italia.

La volatilità del prezzo di vendita della carta, condizionato dalle politiche cinesi, ha portato a un forte calo dei proventi, passati da oltre un milione di euro del 2016 a 552mila euro dello scorso anno. Nel 2020 il prezzo è ancora caduto. I tecnici del Coabser prevedono un dimezzamento delle entrate, con un minor gettito di oltre 200mila euro, che al massimo si tradurrà in un aumento di 1,5 euro per abitante.

Marcello Pasquero

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