Terrafutura, libro di Petrini e Bergoglio sul nuovo mondo

Terrafutura, libro di Petrini e Bergoglio sul nuovo mondo

IL VOLUME Papa Bergoglio e Carlo Petrini dialogano nel corso di tre incontri improntati a una fraterna amicizia. Da qui scaturisce l’idea di un libro: Terrafutura-Dialoghi con papa Francesco sull’ecologia integrale, fresco di stampa per Giunti-Slow Food editore. Il volume, dopo la prima nazionale a Roma, sarà presentato ad Alba il 7 ottobre dalla comunità Laudato si’ Gazzetta d’Alba, dalla Condotta Slow Food di Alba e dal centro culturale San Paolo. Il dialogo tra il Pontefice e il sostenitore del cibo “buono, pulito e giusto” si approfondisce in un lungo lasso di tempo, grazie alla comune origine piemontese, alla sintonia d’intenti e alla condivisione di un impegno globale e rivoluzionario a custodire il creato. Ma i tre colloqui che aprono Terrafutura sono avvenuti in momenti particolari: nel 2018, quando nel Paese nascevano le comunità Laudato si’; nel 2019, poco prima del Sinodo panamazzonico a cui Bergoglio invitò Petrini; pochi mesi fa, nel 2020, durante la pandemia, quando l’umanità, per dirla con Francesco «è stata calpestata dal virus e dai tanti altri che abbiamo fatto crescere: un’economia di mercato selvaggia e un’ingiustizia sociale violenta». Completano il volume cinque temi (biodiversità, economia, migrazioni, educazione e comunità) con testi originali di Carlo Petrini e interventi di papa Francesco tratti da discorsi, omelie, lettere. Tutti i ricavi del volume sono destinati a ristrutturare un edificio lesionato dal terremoto ad Amatrice, per farne la sede di un centro in cui si possano creare percorsi di riflessione collettiva. Ne parliamo con Carlo Petrini a margine dell’udienza concessa dal Papa alle comunità Laudato si’.Terrafutura, libro di Petrini e Bergoglio sul nuovo mondo 1

Petrini, in Terrafutura s’incontrano due figure apparentemente molto diverse, il Papa e il piemontese fondatore del movimento internazionale Slow food: che cosa avete in comune?

«È il momento finale di sette anni di conoscenza iniziati dalla ormai nota telefonata di Francesco, dalla guida alla lettura dell’enciclica Laudato si’ che curai per le edizioni San Paolo grazie a don Antonio Sciortino, dalla nascita delle comunità che ne portano il nome e dalla partecipazione al Sinodo panamazzonico. Abbiamo poi avuto modo d’incontrarci e per tre volte abbiamo sviluppato un dialogo che è stato fedelmente riportato nel libro, un altro passaggio radicale verso l’ecologia integrale di cui parla il Pontefice nella Laudato si’».

La fa semplice, Petrini, ma non è successo a molti di scrivere con il Papa.

«Forse, la comune origine piemontese ha giocato un ruolo. Fin dalla prima telefonata è partito un sentimento di reciproca simpatia».

E vi siete anche incontrati su ideali comuni.

«Senza dubbio. È così».

Qual è il messaggio centrale di Terrafutura?

«Già dal titolo si offrono suggestioni sul nostro rapporto con la terra, prendendo come traccia fondamentale l’enciclica Laudato si’ del 2015. Lo vedo anche come un “prototipo” positivo di dialogo. È cioè un metodo: anche davanti a persone e storie diverse si può costruire qualcosa di positivo e maturare insieme, valorizzandosi».

Lei pensa si stia effettivamente costruendo una terra futura, in cui l’uomo possa vivere bene?

«La reazione d’interesse per la natura che stiamo notando in questi ultimi mesi, specie da parte dei giovani, fa sperare che questa sensibilità ambientale cresca. Del resto, non dobbiamo nasconderci che l’enciclica Laudato si’ alla sua uscita non trovò la sufficiente comprensione nella società. Oggi, però, le cose stanno davvero, gradualmente cambiando».
Che cosa pensa di Greta Thumberg e del movimento a lei ispirato?

«È un pezzo di strada. Meno male che esistono queste realtà tra i giovani!».

Anche le comunità Laudato si’ possono essere lievito per il nostro futuro?

«Le nostre comunità possono essere dei soggetti attivi, che sul territorio portano avanti l’educazione e le buone pratiche, non solo spiegandole e diffondendole ma, se necessario, denunciando gli abusi spesso perpetrati nei confronti della nostra casa comune».

m.g.o.

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