Le cose da rendere a Dio e quelle a Cesare

PENSIERO PER DOMENICA – XXIX TEMPO ORDINARIO – 18 OTTOBRE

Proviamo a leggere le letture della XXIX domenica alla luce del tema della Giornata missionaria mondiale, che quest’anno è “Tessitori di fraternità: eccomi, manda me!”, e della recente enciclica di papa Francesco, Fratres omnes (Siamo tutti fratelli). La pandemia da Covid-19 ha portato alla luce la drammatica mancanza di fraternità nella nostra società, malata di individualismo e di narcisismo. Dai testi biblici, ecco tre indicazioni per ravvivare la fraternità nelle nostre comunità.

Le cose da rendere a Dio e quelle a Cesare
Date a Cesare quel che è di Cesare, miniatura di Liberale da Verona (Siena, Libreria Piccolomini).

Recuperare i rapporti positivi che hanno segnato la nostra vita. È quanto fa san Paolo in 1Ts 1,1-5. In questa lettera – storicamente il primo testo del Nuovo Testamento – scritta per l’impossibilità di tornare a visitare la comunità, l’apostolo ricorda i momenti positivi che hanno segnato il loro rapporto, ringrazia per il legame di fede e amicizia che si è attivato nel breve periodo della sua permanenza in città e assicura il suo ricordo davanti a Dio nella preghiera. La fratellanza si nutre e si rafforza della memoria del passato, della capacità di ringraziare per quanto di positivo si è costruito insieme.

Rispettare le regole del vivere civile. Gesù sfugge abilmente alla domanda-tranello dei farisei: dobbiamo pagare le tasse ai Romani? Non solo non si lascia trascinare nella discussione che divideva i giudei in lealisti e obiettori fiscali, ma indica le linee guida del rapporto del credente con il potere: «Rendete a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio» (Mt 22,21). Si può essere persone di fede, vivere nella semplicità e nella libertà dei figli di Dio, ed essere contemporaneamente buoni cittadini. Un esempio riferito all’oggi: siamo ancora in piena emergenza e chi ci governa ha dato delle regole, come l’obbligo di usare la mascherina: una forma di rispetto degli altri oltre che di tutela per sé. Rispettare le regole civili, quando non sono contrarie alla morale, è la base, la soglia minima della fraternità: dunque un passaggio imprescindibile.

Aprirsi ai miracoli di Dio: anche Ciro può diventare mio fratello. Le parole di Isaia (45,1-6) possono suonare come adulazione nei confronti di Ciro re dei Persiani, fresco vincitore della guerra contro i Babilonesi. In realtà, grazie a questa vittoria, i Giudei, schiavi a Babilonia, potranno tornare in patria e ricostruire Gerusalemme. La fratellanza – ha spiegato papa Francesco nella Fratres omnes – rispetta la diversità dell’altro, con la consapevolezza che anche tra diversi si può camminare verso obiettivi condivisi, costruire insieme un mondo nuovo.

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