La testimonianza di Cinzia Ortega, primario dell’ospedale Ferrero che si è ammalata di Covid-19

La testimonianza di Cinzia Ortega, primario dell’ospedale Ferrero che si è ammalata di Covid-19

VERDUNO Parole piene di speranza e di orgoglio. Cinzia Ortega, direttrice dell’oncologia dell’Asl Cn2, affida a una lettera la sua esperienza con il coronavirus che ha vissuto sulla sua pelle; non su uno schermo televisivo o su una pagina Facebook.

La testimonianza di Cinzia Ortega, primario dell’ospedale Ferrero che si è ammalata di Covid-19

«È difficile parlare di ciò che è successo. Parlare delle esperienze personali è difficile quando sei stato male, hai avuto paura. È normale, ma credo di doverlo fare. Sì, è giusto che lo faccia. Devo farlo. Sono arrivata a Verduno in condizioni serie due settimane fa. È stata fatta subito la diagnosi: polmonite da Covid-19. Il mio, anzi il nostro, nemico invisibile che per mesi ho cercato di tenere lontano dal mio reparto, dai miei collaboratori, dai miei pazienti, dalla mia famiglia, ce l’ha fatta, mi ha colpito confermandomi, se mai ce ne fosse stato il bisogno, di quanto sia subdola questa infezione. Sono stata ricoverata. L’ospedale Ferrero è il mio ospedale, ci passo la maggior parte della mia giornata, l’ospedale che nel momento del bisogno si è dedicato a me così come a tutte le persone che soffrono a causa della pandemia. Sono fiera del mio ospedale, sono fiera dei miei colleghi la cui competenza e abnegazione supera qualunque fatica oggettiva. Proprio per questo rendo pubblici i miei pensieri più profondi perché desidero ringraziare con tutto il cuore chi mi ha assistito, i medici che mi hanno curato, Nino Scarfone, Giovanna Giordano, Enzo Aluffi che mi hanno sempre fatta sentire al sicuro e fiduciosa, il personale del reparto dove ero ricoverata (Mcau) infermieri, Oss, le signore delle pulizie che hanno sempre avuto un sorriso e una parola di conforto. Tutti per la loro parte mi hanno seguita, guidata, aiutata con dedizione e dolcezza nonostante le difficoltà oggettive correlate alla mancanza di personale. I campanelli che suonano tutti insieme, turni massacranti, divise di plastica che ti annunciano nel corridoio a ogni passo, ricoveri di pazienti gravi di giorno, di notte, non ci sono orari per soffrire quando stai male, stai male e basta. Ecco oggi torno a casa, sono felice, ho sempre visto il bicchiere mezzo pieno, sono un’inguaribile ottimista! Purtroppo di parte di voi conosco la voce, l’accento, gli occhi, forse nei corridoi non vi riconoscerò, non ho visto i vostri volti, perdonatemi per questo. Vi farete riconoscere voi, affinché possa ringraziarvi personalmente a uno ad uno. Un pensiero particolare anche al personale dell’oncologia che mentre ero ricoverata mi ha aiutato a gestire la mia famiglia in isolamento a casa. Ce l’ho fatta, grazie a tutti voi, e per voi i miei sentimenti a nudo in questa lettera aperta. Grazie di cuore!»

Cinzia Ortega, direttore Soc oncologia Aslcn2

 

Sono parole di una dottoressa amata e apprezzata da tutti, dentro e fuori l’ospedale.  Cinzia Ortega è arrivata all’Asl Cn2 il 2 maggio 2016 e proviene dall’Irccs di Candiolo. È nota, a livello nazionale e internazionale, per la sua grande professionalità e competenza in campo oncologico, in particolare nell’ambito delle patologie oncourologiche per le quali è diventata importante riferimento nazionale.

Alle indiscusse doti professionali si associano le caratteristiche del carattere, positivo e concreto, che le hanno sempre permesso di creare un rapporto costruttivo e solidale con i collaboratori. Amata e apprezzata anche in ambito universitario, in qualità di tutor, grazie alla sua disponibilità e capacità di trasmettere ai giovani medici la passione necessaria a esercitare al meglio la professione mai trascurando la centralità del paziente. La sua umanità ed empatia, la rendono un grande sostegno morale per i pazienti, sempre pronta a donare un sorriso e parole di conforto per affrontare i momenti delicati della malattia. Caratteristiche professionali e umane fondamentali per essere un buon sanitario, quello che ognuno spera di incontrare in un momento di malattia.

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Tutti noi, compresa lei, che di “buoni sanitari” a Verduno ne ha incontrati tanti e ci tiene a farlo sapere a tutti. Soprattutto a chi ancora fa fatica ad accettare di vivere in una pandemia, attaccando ingiustamente chi si sta effettivamente prodigando per il bene altrui.

«Ringraziamo la dottoressa Ortega per aver voluto condividere con la noi e con la cittadinanza questa sua testimonianza. Una testimonianza coraggiosa utile per fugare commenti negativi sul nostro ospedale», spiega Bruno Ceretto, presidente della fondazione Nuovo ospedale Alba-Bra Onlus. «È essenziale condividere notizie positive. Non perché tutto funzioni sempre nel migliore dei modi, ma perché “fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce”. Siamo tutti consapevoli della situazione che stiamo vivendo, ma crediamo nelle buone notizie e nel loro valore terapeutico, ancor più in questo momento di incertezza».

La Fondazione vuole dar voce sulla pagina Facebook alla foresta che cresce: chiunque vuole raccontare la sua esperienza o inviare ringraziamenti agli operatori può scrivere alla mail: ilfuturoinbuonemani@fondazioneospedalealbabra.it

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