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Libera caccia: quando arriveranno le risposte del Governo?

Immagine di repertorio
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CACCIA Riceviamo da Davide Isoardi, vicepresidente dell’associazione Anlc libera caccia della Provincia di Cuneo un intervento sulla sospensione dell’attività venatoria.

Attività venatoria chiusa! No Sospesa. Quando arriveranno le Faq da parte del Governo?

In questi giorni si sta strumentalizzando la caccia invocandone da una parte la chiusura dall’altra il proseguo in un momento di sospensione, perché di ciò si tratta, data l’impossibilità di spostamento, medesima problematica riscontrata a marzo. Come allora, anche questa volta, la caccia non è menzionata dai vari Dpcm e non trova la giusta collocazione tra attività sportiva o attività ludica.  A parere personale non è ne l’una ne l’altra ma, guardando attentamente la normativa vigente, rimane attività di tutela ambientale.

La tutela ambientale non dovrebbe trovare sospensioni, a maggior ragione se l’attività venatoria è disciplinata da leggi nazionali, leggi regionali e da una programmazione (il calendario venatorio), il quale riceve il parere dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale vigilato dal Ministero dell’ambiente. Risulta paradossale come nel calendario non si sia previsto un “qualcosa” che potesse ricomprendere eventuali decizion del Governo nella seconda ondata di questa pandemia.

L’Associazione nazionale libera caccia, tramite la direzione regionale, aveva posto tale problema proponendo un protocollo anti Covid per evitare i problemi di interpretazione ma, a maggio 2020, le proposta fu archiviata come “visionaria”. Allo stesso tempo, viste le problematiche derivanti, venne richiesta una proroga dei versamenti delle tasse, della validità del porto d’armi e del pagamento delle quote di accesso ad Atc e Ca ma, allora, le risposte giunsero velocemente e furono di “diniego delle proroghe per mantenere in piedi l’organizzazione gestionale caccia”.

Di caccia non si vive, di Covid nel 2020 si muore: è una considerazione giusta ma, la sospensione dell’attività venatoria di certo porterà la riduzione del numero dei cacciatori e di conseguenza la riduzione delle entrate nelle casse nazionali e regionali dovute alle tasse sulla caccia e un incremento dei problemi derivanti da una mancata attuazione di tutela ambientale.

Come cacciatori non avremmo problemi ad accettare che l’attività venatoria fosse sospesa per evitare assembramenti, attività che potrebbe fare incrementare il contagio, ma per chi la pratica e la conosce, sa che il cacciatore di solito è da solo in mezzo alla natura, ben lontano dagli affollati parchi cittadini, sperduto nelle montagne che la Regione Piemonte offre.

Non accettiamo che la caccia non sia inquadrata e che a seguito di richiesta agli uffici regionali, si debba interpellare il Prefetto, poi il Ministro dell’agricoltura, quindi il Ministero dell’ambiente per poi attendere una risposta che tarda ad arrivare: a parer personale, dovuto al cosiddetto rimbalzo di responsabilità.

Analizzando altri aspetti derivanti dalla possibilità di spostamento del cacciatore, si può evidenziare che da anni vi sono limitazioni al movimento (dovute ai confini territoriali dei Ambiti territoriali caccia e dei Comprensori alpini) e di orario (al max tre giorni a scelta su cinque della settimana), senza contare che il numero di cacciatori in Provincia di Cuneo (circa 4mila) e pari appena allo 0,66% della popolazione totale. Tutte cose queste, che di fatto non possono creare assembramenti.

Oltre alla caccia con il fucile, quella che tutti conoscono, ruotano attorno ad essa altre attività quali la cinofilia e altre realtà imprenditoriali quali aziende faunistiche venatorie e aziende agro-turistiche venatorie che non riceveranno ristori e falliranno con ulteriore perdita di tasse da parte delle Regione.

Si pensa alla richiesta di un rimborso delle tasse pagate, anche se i cacciatori non sono mai stati quelli che chiedono l’elemosina, anzi semmai al contrario, e ne hanno dato prova con le raccolte fondi e con donazioni proprie durante la prima ondata. I cacciatori chiedono solo il riconoscimento del ruolo che rivestono e di “ricordasi di loro” non solo quando vi sono i problemi dovuti agli ungulati o quando gli enti hanno necessità di personale formato e gratuito (censimento lupi ultima richiesta da parte della Regione Piemonte) o quando a seguito di incidenti stradali con fauna selvatica si punta il dito verso la loro categoria.

Noi aspettiamo le risposte, ma quando nel futuro quando gli sarà chiesto, state certi che nel 2021 molti cacciatori si prenderanno tutto il tempo per rispondere.

Ufficio stampa Anlc libera caccia Provincia di Cuneo

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