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Banca d’Alba: volumi a quota 10,5 miliardi

Banca d’Alba: volumi a quota 10,5 miliardi 2
Il presidente Tino Cornaglia.

ALBA Nella sala riunioni del palazzo di via Cavour si respira un’attesa positiva, nonostante il periodo pandemico ancora incomba. Si parte proprio da qui, ma per andare oltre, visto che l’economia già fornisce i primi segnali incoraggianti, da cogliere al volo. Per questo, attraverso i centri medici di Gallo e Vezza, fiore all’occhiello di Banca d’Alba, saranno vaccinati fino a cento persone al giorno, in base alle indicazioni dell’Asl Cn2 (si veda anche a pag. 15), un nuovo supporto per il territorio d’elezione dell’istituto presieduto da Tino Cornaglia, che ha reagito fin dai primi mesi all’emergenza sanitaria, concedendo seimila moratorie – a fronte di un centinaio nell’anno precedente – e oltre 4.550 nuove linee di credito. La dimostrazione plastica del legame con l’Albese, dove il più grande istituto di credito cooperativo d’Italia ha le sue radici ben salde, con 59.305 soci, 165.330 clienti e un patrimonio di 368 milioni di euro (+150 in dieci anni). Spiega il presidente Tino Cornaglia, mentre il suo staff si prepara all’assemblea per l’approvazione del bilancio, che si terrà in modalità on-line, il 27 aprile: «Nel 2020 Banca d’Alba ha stanziato una cifra straordinaria in beneficenza, con attenzione all’area sociosanitaria: abbiamo donato un’unità mobile all’Asava, garantito un contributo al Cottolengo per l’accoglienza dei pazienti Covid-19, erogato 100mila euro al Consorzio socioassistenziale per le fasce deboli. Inoltre, abbiamo sostenuto lo sport giovanile e la cultura, pesantemente penalizzati: i festival Monfortinjazz, Collisioni, Attraverso, Alba music, Milleunanota».

 

Banca d’Alba: volumi a quota 10,5 miliardi
L’assemblea di Banca d’Alba del 2019

Il traguardo raggiunto nell’anno del virus lo dettaglia il direttore generale Riccardo Corino: «Il 2020 ha segnato un passaggio importante: i volumi complessivi hanno toccato i 10,5 miliardi di euro. Sono cresciuti a doppia cifra la raccolta diretta e il risparmio gestito. Mentre molti settori economici hanno rallentato l’attività, le nostre filiali sono rimaste aperte per favorire lo svolgimento di milioni di operazioni. L’impegno creditizio è stato molto sollecitato, soprattutto dalle richieste di nuovi finanziamenti assistiti dai consorzi di garanzia. La convenzione con l’Associazione commercianti albesi è stata la prima sottoscritta in Italia e rappresenta uno dei migliori accordi nazionali, al quale si sono aggiunti quelli con il Consorzio turistico, con l’Ascom di Bra e con Confartigianato».
C’è di più per l’istituto di via Cavour: l’utile di Banca d’Alba, dopo importanti accantonamenti prudenziali, si attesta a 14,2 milioni di euro, mentre le sofferenze si fermano allo 0,7%, un dato tra i migliori nel sistema nazionale, che conferma la tenuta della banca e del tessuto sociale.
Ancora Corino: «Tra le novità più interessanti del periodo emergono le agevolazioni all’edilizia. A oggi abbiamo acquistato 30 milioni di crediti fiscali da famiglie e aziende che hanno aderito al bonus Ristrutturazione e siamo già impegnati per il Superbonus 110%, che darà nuovo impulso all’importante comparto».

Maria Grazia Olivero

Tino Cornaglia: pronti a investire nel biologico

TRE DOMANDE  Conviviamo da oltre un anno con una difficile situazione sanitaria, che incide sull’economia. Dal vostro osservatorio, che cosa è accaduto nell’Albese, in Piemonte e nel Paese, presidente Cornaglia?

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Il presidente Tino Cornaglia.

«Commercio e turismo sono i settori che hanno sofferto maggiormente; a loro va la nostra attenzione e il nostro sostegno, che intendiamo intensificare con ulteriori iniziative. Sono però convinto che ci sarà un boom del turismo in questa zona, perché qui ci sono tutti gli ingredienti per l’accoglienza: gli spazi, l’ambiente, l’enogastronomia, ma soprattutto la serietà nel fare le cose. Occorrerà però puntare sulla sostenibilità: in questo settore stiamo investendo molto, ma ci serve una visione a lunghissimo termine, per comprendere in quale direzione andrà il comparto tra almeno trent’anni».

Quale direzione dovrebbe prendere, secondo lei?

«Questo territorio dovrà investire nel biologico e alle aziende serviranno finanziamenti, ma anche formazione e presa di coscienza: noi ci siamo per sostenere la conversione ecologica, che passerà attraverso numerose attività, iniziative, interventi a cui non mancheremo di garantire il sostegno».

L’Italia ha buone possibilità di riprendersi attraverso il Recovery plan gestito dal Governo di Mario Draghi? In quale modo la nostra area può utilizzare al meglio i fondi europei?

«Ragioniamo d’interventi che si inseriranno nel piano nazionale per la ripresa e la resilienza, mentre stiamo vivendo cinque transizioni importanti: energetica, occupazionale, digitale, demografica, oltre a quella legata alla salute. Più difficile pare la soluzione economica, che verosimilmente dovremo affrontare con la fine del divieto di licenziamento. A mio avviso, queste transizioni saranno un’occasione importante. Grazie alle risorse disponibili avremo l’opportunità di organizzarci per ripartire e sono certo che il nostro territorio grazie alle sue capacità imprenditoriali, alla sua abnegazione al lavoro, all’attitudine a fare rete sarà pronto a questa sfida. A noi, banca del territorio, spetta il compito d’investire nelle imprese dinamiche, senza abbandonare quelle in difficoltà, e ridurre le disuguaglianze sui redditi».

Corino: primi segnali positivi per l’economia

TRE DOMANDE  Nonostante le difficoltà del tessuto economico, i numeri che Banca d’Alba si accinge a sottoporre ai soci nell’assemblea del 27 aprile –che si terrà ancora in modalità on-line – sono ottimi: se colpisce la crescita a doppia cifra della raccolta, la conferma della solidità dell’istituto in un momento tanto difficile non è da meno. Qual è il vostro segreto, direttore generale Corino?

«Il 2020 ha segnato un passaggio significativo: nel primo semestre i volumi complessivi hanno superato la soglia dei dieci miliardi di euro. In dodici mesi sono aumentati di oltre 700 milioni, per raggiungere i 10,5 miliardi a fine anno. Sono cresciuti a doppia cifra la raccolta diretta e il risparmio gestito. Abbiamo consegnato al Consiglio di amministrazione un bilancio dell’esercizio 2020 composto da numeri di qualità e contraddistinto da due elementi: prudenza e solidità. Prudenza negli accantonamenti sui crediti e rafforzamento della solidità patrimoniale. Tutto questo è stato possibile grazie al lavoro di collaboratrici e collaboratori, che hanno offerto professionalità e disponibilità nella consulenza bancaria e conforto nei momenti più difficili. Per questo devo ringraziarli, uno a uno, con l’orgoglio di guidare una grande squadra. In questo ultimo, difficile anno si è rafforzata la convinzione che il fattore umano sia sempre più un valore assoluto, un punto fondamentale per Banca d’Alba. Ci aspetta un esercizio impegnativo: proseguire nell’opera di digitalizzare le operazioni ordinarie e, in modo sempre più convinto, umanizzare le relazioni con le persone».

In che modo Banca d’Alba si è mossa nei mesi del Covid-19 per dare sostegno alle famiglie? E anche alle imprese?

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Il direttore Riccardo Corino.

«L’emergenza sanitaria, tra i tanti mali procurati, è servita a misurare l’effettivo legame della banca con il territorio e la capacità d’interpretare le richieste e sostenere l’economia. Abbiamo reagito subito, fin da marzo dello scorso anno, e la nostra immedesimazione con la comunità è stata totale. Abbiamo concesso moratorie ancora prima che venisse pubblicato il decreto normativo, per non lasciare nell’incertezza i nostri clienti. In pochi mesi ne abbiamo concesse oltre seimila: negli anni precedenti non superavano il centinaio. Le nostre filiali sono rimaste aperte per favorire lo svolgimento di milioni di operazioni, con tutte le misure di sicurezza a vantaggio della salute di colleghi e clienti. L’attività creditizia è stata infatti molto sollecitata, soprattutto dalle richieste di finanziamenti assistiti dai consorzi di garanzia».

Uno sguardo al futuro: come lo si vede da Alba? E, in particolare, da Banca d’Alba?

«Il primo trimestre del 2021 ci fornisce segnali incoraggianti, sebbene con la preoccupazione determinata dal proseguire dell’emergenza sanitaria. Continua l’incremento del numero dei clienti: sono famiglie e imprenditori che apprezzano il nostro modello tradizionale di fare banca. L’economia sta ricominciando a muoversi, lo si evince oggettivamente dalle pratiche e dagli investimenti che settimanalmente deliberiamo, soprattutto per le attività orientate all’estero nel settore vinicolo e meccanico. Dopo l’estate apriremo due nuovi punti operativi: una filiale a Nizza Monferrato, per ampliare e rafforzare la nostra presenza nelle terre del vino, e una sede a Genova, una piazza molto importante per il credito cooperativo. Senza dimenticare le origini e la nostra presenza nei piccoli centri, dove Banca d’Alba svolge un ruolo importante per la comunità».

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