Saluzzo si candida a capitale della cultura e scommette sulle montagne del Monviso

Saluzzo candidata a capitale della cultura scommette sulle aree di montagna del Monviso

SALUZZO Nell’ambito dei lavori che vogliono promuovere la candidatura di Saluzzo e delle terre del Monviso a capitale della cultura per il 2024 si è svolto l’intervento del professor Filippo Barbera, sociologo dell’università di Torino, che ha anticipato nel corso di un tavolo di confronto online, i temi del saggio, a più voci, Metromontagna, in libreria a giugno per Donzelli. Il libro raccoglie punti di vista che riflettono sulla necessità di promuovere un nuovo modello di sviluppo che veda montagna, territori pedemontani e città partecipi di un medesimo sistema sociale, economico e culturale.

Cosa intende il sociologo con il concetto di metromontagna? «È un modo per rispondere al cambiamento climatico, una soluzione che vuole “riabitare” le montagne, aree marginalizzate negli ultimi anni» ha spiegato il professor Barbera. «L’Italia è un paese di montagna e di aree interne e che ha dimenticato questa sua natura». La ricchezza si concentra in poche zone di pianura, questo limita di molto le possibilità di sviluppo dei territori meno densamente popolati che rappresentano però solo una piccola parte di un Paese più vario.

Occorre riportare al centro, e la candidatura di Saluzzo-Monviso scommette su questa direzione di sviluppo, la diversità di paesaggi che caratterizza l’Italia, a favore di un modello che sia in grado di abbracciare questa varietà. La metromontagna vuole superare la tradizione opposizione montagna/città; questo dualismo è facilmente osservabile se si analizza la composizione territoriale delle province italiane. L’analisi di Barbera si sofferma sull’arco alpino e sulle caratteristiche dell’area Nord-ovest. «Occorre un’alleanza fra città e le loro montagne di riferimento per uno sviluppo più armonico perché qui può attuarsi l’innovazione verde e la delocalizzazione dei servizi su un territorio più esteso», conclude il sociologo. Una scommessa che per ora resta sulla carta ma che potrebbe rappresentare una linea di sviluppo per la provincia Granda, laboratorio ideale per questa trasformazione considerata la naturale compresenza di paesaggi urbani, collinari e montani.

Alessio Degiorgis

 

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