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Tre cavalieri e un monaco in missione da Cagliari a Pavia

Tre cavalieri e un monaco in missione da Cagliari a Pavia

LIBRO Verio Santoro, filologo germanista e docente universitario, pubblica un romanzo storico riuscito, attraverso una fusione tra elementi tratti da fonti documentarie e una finzione narrativa coinvolgente, capace di trasportare il lettore nelle vicende narrate, facendogli gustare il sapore del tempo sin dalle prime righe.

IL SANTO E IL GUERRIERO
Verio Santoro
Edizioni San Paolo
400 pagine
22 euro

I fatti narrati avvengono tra marzo e aprile del 724: tre soldati longobardi da Cividale del Friuli sono invitati a raggiungere Pavia, sede del regno. Sono Herfemar, «gastaldo del re, chiamato mentre era impegnato a combattere contro un ultimo manipolo di banditi slavi», Droctulf e Alakis, il più giovane traTre cavalieri e un monaco in missione da Cagliari a Pavia 1 i suoi compagni e anche quello più intelligente e perspicace. Il re Liutprando affiderà ai suoi fidati guerrieri e ad Anastasio, un monaco benedettino dell’abbazia di Bobbio, l’importante missione di portare in città il corpo di sant’Agostino (dove si trova ancora oggi, nella basilica di San Pietro in ciel d’oro) da Cagliari, esposta agli attacchi dei pirati saraceni, per dare gloria al proprio regno agli occhi dei sudditi cristiani.

Il contesto in cui si sviluppa la storia è quello dell’alto Medioevo italico: l’Impero bizantino non riesce più a garantire la difesa dell’Italia e la Penisola si trova all’interno di un quadro geopolitico in cui l’Impero romano è stato spazzato via e restano due grandi potenze: Bisanzio e il mondo arabo, che cercano di affermare la loro presenza nel Mediterraneo. I Longobardi, venuti dall’Europa centrale, cercano di diffondere una federazione che darà sviluppo alla formazione del mondo feudale.

I cavalieri e il monaco nella loro impresa si muoveranno tra gli sconfitti dell’antichità, i Romani, intesi come l’insieme delle popolazioni italiche, ma anche tra le rovine di città abbandonate, monasteri, castelli, un mondo distrutto che però continua a vivere, un mondo antico che continua a emergere. Sullo sfondo troviamo la legittimazione ideologica del regno longobardo che si esprime nel dialogo tra il santo e il guerriero, ovvero la necessità del Regno longobardo di avere una definitiva approvazione della Chiesa.

Il gruppo di armati ha proprio il compito di pacificare il mondo barbaro con la Chiesa, bene rappresentata dal santo; «avventure in un Medioevo di ferro che solo il coraggio e la fede potevano rendere umano». Un romanzo lineare e coerente, mai scontato, che accompagna il lettore nella storia affascinante della nostra Penisola.

Walter Colombo

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