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Coldiretti: trebbiatura del grano al via, produzione in calo a causa clima pazzo

Boom di grano dal Canada (con glifosato)

CUNEO Con l’arrivo del caldo torrido inizia la raccolta del grano, stimata in calo del 10% a causa del clima pazzo con una fredda primavera dopo un inverno mite. È quanto emerge dal monitoraggio Coldiretti che copre anche i 17.934 ettari coltivati a frumento nella Granda con una produzione di 934mila quintali.

«Durante l’emergenza il ciclo naturale delle lavorazioni non si è mai fermato e ha garantito  l’approvvigionamento alimentare delle produzioni in uno scenario segnato da speculazioni, accaparramenti e distorsioni del commercio a livello internazionale», evidenzia Roberto Moncalvo, delegato confederale di Coldiretti Cuneo.

«Uno dei prodotti simbolo del Made in Piemonte è proprio il frumento tenero, oggetto dell’accordo di filiera Gran Piemonte, volto a valorizzare l’oro giallo e ottenere prodotti da forno prepararti con la farina piemontese per rispondere anche alle esigenze dei consumatori che sono sempre più attenti alla provenienza degli ingredienti», aggiunge Moncalvo. «Un trend spinto dalla crescente richiesta di prodotti 100% Made in Italy come dimostra l’indagine Coldiretti/Ixè dalla quale l’82% degli italiani con l’emergenza coronavirus sugli scaffali cerca prodotti italiani per sostenere l’economia e il lavoro del territorio. Una tendenza confermata dal successo della campagna #mangiaitaliano promossa da Coldiretti e Filiera Italia che ha coinvolto industrie e catene della grande distribuzione. Una svolta patriottica favorita anche dall’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano per la pasta sotto il pressing delle battaglie degli agricoltori della Coldiretti».

«L’allarme globale provocato dal Covid – sottolinea Fabiano Porcu, direttore di Coldiretti Cuneo – ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza per cui occorre intervenire sulle fragilità presenti in Italia per difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero in un momento di grandi tensioni internazionali. Una situazione aggravata dalla concorrenza sleale delle importazioni, soprattutto da quelle aree del pianeta che, come il Canada per il grano, non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore nel nostro Paese dove è vietato l’uso del diserbante chimico glifosato in preraccolta».

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