Santuario Madonna dei fiori: trent’anni fa la scomparsa di don Cesare Fava

Santuario Madonna dei fiori: trent'anni fa la scomparsa di don Cesare Fava

BRA Nel mese di novembre dopo don Giovanni Dell’Orto, scomparso 32 anni fa, si ricorda anche un altro rettore del santuario Madonna dei fiori, don Cesare Fava, morto nella notte tra sabato e domenica 17 novembre 1991. Aveva 76 anni, nato a Castellamonte, era giunto al santuario come rettore il 28 gennaio 1989, dopo due mesi dalla morte di don Dell’Orto.

Don Fava aveva molta esperienza pastorale: a Castiglione Torinese, dove dopo la sua morte il paese gli ha dedicato la piazza principale, parroco in diverse zone della diocesi e – prima di arrivare al Santuario – cappellano della chiesa di Cristo Re a Torino. Era arrivato insieme alla signora Giuseppina, una donna cordiale che lo aiutava come governante già in precedenza, molti pensavano a una persona di transizione, invece ha lasciato il segno.

Studioso del Beato Valfrè, di cui ha scritto la storia nel volume Vita e tempi del Beato Valfrè, a cui dedicherà la casa del clero adiacente all’antico santuario, un tempo sede di esercizi spirituali e trasformata sotto la sua direzione. È stato al santuario per due anni intensi e con grandi progetti: il recupero della sala adiacente la sacrestia dell’antico santuario (oggi sala conferenze polivalente), strutture atte ad accogliere i pellegrini, come il parco con i tavoli e panche realizzato vicino al nuovo santuario.

Da ultimo, ma non meno importante, il salone polifunzionale sotto il nuovo santuario, fino a quel tempo inutilizzato che egli confidava di terminare per la festa dell’Immacolata del 1991. Sarà terminato da don Michele Germanetto e chiamato salone don Cesare Fava, ora chiamato più comunemente cripta. Confidava a qualcuno che gli sarebbe piaciuto poter realizzare il progetto originale che prevedeva la statua sulla cupola.

Mentre scorreva la quotidianità e il grande e frenetico lavoro, come un fulmine a ciel sereno, alle prime luci dell’alba di domenica 17 novembre i fedeli apprendevano dal rintocco delle campane suonate a morto che il santuario aveva perso il suo rettore, molto amato non solo dai fedeli, ma da tutta la città. I funerali si svolsero nella mattinata di martedì 19 novembre con grande concorso di popolo. Un cronista dell’epoca riporta un fatto curioso: «In questa triste vicenda, c’è da segnalare un particolare curioso, simile per certi aspetti a quanto era successo con don Dell’Orto: il giorno della scomparsa, il pruneto della Vergine dei fiori era completamente fiorito. Qualcosa di più di una singolare coincidenza che attenua il nostro dolore: forse un segno del Cielo?». Un ricordo doveroso per un grande sacerdote che ha lasciato il segno in terra braidese.

Lino Ferrero

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