Le buone pratiche dei cattolici sono ignorate dai mass media

Le buone pratiche dei cattolici sono ignorate dai mass media 1
Stefano Zamagni

SETTIMANA SOCIALE  «Se un cattolico parla a titolo personale, va bene; se un gruppo (o la Chiesa stessa) avanza proposte, la voce viene bloccata, perché dà noia». Così, nel dibattito seguito alla sua relazione ad Altavilla il 28 novembre 2021, il professor Zamagni ha spiegato il silenzio con cui i mass media italiani hanno recepito la Settimana sociale di Taranto.

Le buone pratiche dei cattolici sono ignorate dai mass media
La conferenza di Stefano Zamagni tenuta ad Altavilla, sulla Settimana sociale di Taranto.

Eppure si è trattato di un grande evento, a cui hanno partecipato 150 vescovi e un migliaio di delegati provenienti da 208 diocesi italiane. La sua splendida relazione ha rotto questo muro di silenzio, offrendo spunti molto interessanti e alcune provocazioni.

Mentre a Glasgow, alla Cop 26, si discuteva sulla transizione energetica, senza arrivare ad alcuna decisione vincolante, a Taranto si è messo in chiaro, sulla scorta della Laudato si’, che sviluppo umano e transizione ecologica sono due facce della stessa medaglia. Uno sviluppo integrale deve comprendere tre dimensioni: una crescita economica equilibrata e sostenibile, relazioni interpersonali vere e una adeguata crescita spirituale. La crescita non esaurisce lo sviluppo di cui l’umanità ha bisogno: anche gli alberi “crescono”; noi abbiamo bisogno di qualcosa di più e di diverso.

Chi è l’uomo? La risposta a questa domanda guida e determina i diversi modi di concepire lo sviluppo umano. Il modo di concepire l’uomo è cambiato nel tempo. Nel passato l’uomo non era pensabile al di fuori della società e dei gruppi di appartenenza, a cominciare dalla famiglia. A partire dal 1700, si è sviluppato l’individualismo: al centro della società c’è l’individuo, non più la famiglia o la comunità. Ma si trattava ancora di un individualismo dell’appartenenza: l’uomo apparteneva comunque a una comunità, o a un partito, in cui era inserito. Dagli anni ‘80 del secolo scorso è nato e si è diffuso un nuovo individualismo libertario, l’individualismo della singolarità, secondo cui “tu vali se tagli i tuoi legami con gli altri”. Dopo l’invito a vivere “come se Dio non ci fosse” è arrivato l’invito a vivere “come se la comunità non esistesse”.

Questa concezione dell’uomo porta nel baratro. Lo vediamo dallo sviluppo della società americana, culla di questa nuova antropologia. Come ha documentato il professor Deaton, Nobel per l’economia, nel suo libro Morti per disperazione, gli Stati Uniti hanno nel mondo il triste primato di suicidi, di omicidi, di uso di psicofarmaci.

Invertire la tendenza si può. Da Taranto sono arrivate precise linee guida e tante proposte concrete di “buone pratiche”. Le linee guida si possono sintetizzare nell’invito a reagire a tre emergenze che gravano sulla nostra vita: lavorativa, sanitaria e spirituale. In ambito lavorativo dobbiamo prepararci per affrontare il passaggio dall’automazione all’intelligenza artificiale: se la prima ha sostituito il lavoro di routine alla catena di montaggio, la seconda intaccherà il lavoro intellettuale. L’emergenza sanitaria esige di ripensare l’errore/orrore della brevettabilità dei vaccini: si tratta di beni comuni che salvano la vita; non possono essere lasciati nelle mani di poche persone o imprese! Sul piano spirituale si registra una crescita preoccupante della tristezza, soprattutto nel mondo giovanile. È in crisi la felicità, perché questa dipende non dai beni di consumo, ma dai beni relazionali. Un semplice esempio: con i soldi posso organizzare la festa di compleanno più bella e costosa al mondo, ma se poi a essa non partecipa nessuno, non arriva la felicità attesa; non c’è nessuna festa!

Una sfida per noi cattolici è richiamare l’attenzione sui valori spirituali, indispensabili per trovare quella gioia di vivere che cambierebbe il volto del mondo e della storia. Essi sono una componente imprescindibile di quel nuovo modello di sviluppo a cui il mondo guarda con speranza. Un modello che diventerà concreto grazie alla diffusione delle buone pratiche, nei riguardi dell’uomo e della natura, che verranno proposte.

Battista Galvagno

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