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Abitare il piemontese: la parola della settimana è Ciamé

Abitare il piemontese: la parola della settimana è Ciamé

CIAMÉ Chiedere, domandare; elemosinare; chiamare, invitare; telefonare.

Sono stato in piazza San Pietro ad ascoltare Papa Francesco. Non sono le sue origini piemontesi, ma quello che ha detto a suggerirmi la parola di questa settimana: «Le parole usate dalle persone rivelano chi veramente queste sono e cosa c’è in cuor loro». Mi ha anche colpito che, per dare valore a qualcosa vanta ciameȓa con o sò nòm (bisogna chiamarla con il proprio nome). Quando qualcosa non merita attenzione si dice: piantȓa lì dë steje apȓess a dëȓ ròbe ch’i ȓ’han gnun nòm! (smetti di star dietro a cose senza nome).

La parola di questa settimana è ciamé, verbo polifunzionale dal momento che il suo significato non si limita alla traduzione letterale chiamare (dal latino clamare, chiamare, proclamare, esprimersi a gran voce), ma si espande a diverse accezioni sottili e pratiche, tutte accomunate dalla relazione e dall’utilizzo della voce.
Altre lingue neolatine utilizzano questa matrice verbale: oltre all’italiano, anche il francese, il catalano, lo spagnolo, il portoghese, il sardo e il romeno. E in piemontese? Anzitutto significa chiamare: ciàma tò fieu (chiama tuo figlio).

Vuol dire anche chiedere, domandare: ciàmje vaȓi ch’o costa (chiedigli quanto costa). Alcuni piemontesi costretti all’italiano sono soliti dire chiamagli, invece di chiedigli (chiamaci quanto costa). Ciamé significa anche elemosinare: Beica, sta lì a ciama tut o dì (guarda, quella lì mendica tutto il giorno). E poi significa invitare: ciàmje dë mnì ‘n sa’! (invitalo qui). Infine, funzione più moderna, si usa ciamé anche per telefonare: tua nòna a speta ch’ët ȓa ciàmi (tua nonna aspetta che le telefoni). In ambito automobilistico o motociclistico, l’esclamazione ciama, ciama! (chiedi, chiedi!) è usata per aumentare la velocità spronando il mezzo a dar prova di tutti i cavalli a disposizione.

Se è vero che ciamé o costa gnente (chiedere costa niente), è anche vero che ciamesse, significa chiamarsi, avere un nome, quindi valore. Ma avete mai pensato come tradurre in piemontese questa affermazione: gli ho telefonato per chiedergli come si chiama? Ed ecco la risposta: E ȓ’heu ciamaȓo pëȓ ciameje con ch’o së s-ciama. Quanti valori in una sola parola!

Paolo Tibaldi

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