Abitare il piemontese: questa settimana scolliniamo sui sorì

Non piace l’arrivo degli investitori stranieri sulle colline del Barolo

SORÌ Solatio, sorito, terreno ben esposto al sole.

L’arrivo della primavera coinvolge soprattutto l’agricoltura e se la terra sarebbe nulla senza il sole, è proprio di questa relazione che parliamo questa settimana. Bisogna però fare un passo indietro. Nei mesi scorsi ricevetti una telefonata sorprendente da una persona molto importante che, nel bel mezzo di una riunione istituzionale, mi chiese il significato della parola piemontese sorì (pronuncia surì) e se sia una parola comune a tutto il territorio regionale o ci siano varianti di zona o provincia. Il significato è, semplicemente, un luogo a solatio, ben esposto al sole. In altre parole è il versante a mezzogiorno (Sud, Sud-Est) di una collina solitamente ideale per l’agricoltura. Sorì è diverso dal francese cru (parola non legata a una esposizione) ma spesso usata in modo analogo per indicare qualità eccellente.Abitare il piemontese: questa settimana ci arrampichiamo sui sorì

Il percorso linguistico di sorì è deducibile dal sintagma latino medievale solivum, che ha lo stesso significato: luogo solatio, dove il sole batte per più tempo nella traiettoria che compie lungo tutto il giorno. Quanto alla pronuncia nelle varie zone diverse dalla mia, mi rimetto ai dizionari che consulto abitualmente e alle persone che interpello. Ad Alba e dintorni si dice sorì, con la famosa erre fricativa, ma altrove c’è chi dice solì, chi sorì con la erre vibrata, e chi surì con la u alla francese. Insomma è un’espressione tipica del settore primario con cui ci si dovrebbe capire ovunque si comunichi in piemontese.

È curioso che alcune materie prime prendano il nome dalle circostanze naturali che le caratterizzano. Per esempio, si suppone che l’oliva/ulivo/uliveto, sia riconducibile al fatto che sia una piantagione favorevole se esposta a levante. In ambito vitivinicolo, il Moscato potrebbe avere questo nome per almeno due di motivi: c’è chi nel gusto trova reminiscenze di muschio e chi invece sostiene che questa uva caratterizzata da indubbia dolcezza, attragga molte mosche nel periodo di massima maturazione.

Chissà se è così vero che… da màrs a avrì i-i è pòch da dì, da marzo ad aprile c’è poco da dire!

Paolo Tibaldi

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