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Il Piemonte osserva tre nuove varietà di vite

ENOLOGIA Il Comitato vitivinicolo regionale, nella seduta del 17 marzo, ha approvato l’inserimento di tre vitigni autoctoni tra le varietà di vite «in osservazione», categoria introdotta dalla Giunta regionale con la delibera del 29 dicembre 2020.

Si tratta del Liseiret, un vitigno a frutto bianco testato, soprattutto in alta Langa, già negli anni Ottanta e adatto in particolare alla produzione di spumanti per via della sua spiccata ricchezza acida.

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Un grappolo di Leiseret

Al suo fianco c’è il Pignolo spano, in pratica la Pignola valtellinese, varietà a frutto nero già coltivata nel passato in varie aree del Piemonte; in questo caso, si tratta di un fratello del Nebbiolo, con il quale condivide vari caratteri di qualità e valore.

Come terzo, un vitigno prevalentemente coltivato in val Borbera, un’area in altitudine nella parte meridionale dei Colli Tortonesi verso l’Appennino genovese: il Moretto grosso, una varietà a frutto nero.

È da ricordare che, per le norme vigenti, le varietà di viti che possono essere impiantate, reimpiantate o innestate per la produzione di uva da vino devono essere innanzitutto iscritte al Registro nazionale delle varietà di vite e classificate come idonee alla coltivazione in Piemonte, intesa come unità amministrativa.

In ambito regionale, le varietà a loro volta sono distinte in: varietà idonee alla coltivazione, ovvero tutte quelle che partecipano a pieno titolo al circuito produttivo; varietà in osservazione, cioè quelle per le quali si stanno ancora effettuando alcune prove di attitudine alla coltivazione. Queste varietà possono essere destinate alla produzione e commercializzazione dei vini senza denominazione d’origine.

Il vantaggio di aver istituito questa categoria di vitigni risiede nel fatto che, nel momento in cui sono dichiarate in osservazione, tali varietà di vite possono essere piantate e produrre vino, partecipando anche ai tre anni di sperimentazione in vigneto e in cantina, che sono fondamentali per iscrivere le varietà all’elenco dei vitigni idonei alla coltura nella Regione.

Questo consente di velocizzare e potenziare in modo significativo l’attività sperimentale, facendo recuperare al vitigno e al settore vitivinicolo alcuni anni rispetto al procedimento tradizionalmente seguito.
Per accompagnare i vari vitigni nel percorso verso l’iscrizione nell’elenco dei vitigni idonei alla coltura in Piemonte, è da tempo strategico il lavoro svolto dalla Collezione ampelografica di Grinzane Cavour. E non solo perché, nel caso specifico, i tre vitigni sono presenti nei campi della Collezione e quindi in tale ambito si può procedere alla loro sperimentazione viticola, ma anche per gli sviluppi ulteriori che possono derivare relativamente alle vinificazioni sperimentali.

Il Piemonte osserva tre nuove varietà di vite
La collezione ampelografica di Grinzane

Nel favorire questi ulteriori sviluppi, unitamente al sostegno economico della Collezione, è stato recentemente molto efficace il sostegno garantito dal consorzio Albeisa, che ha intravisto nelle attività sperimentali alcuni sviluppi importanti a favore del settore vitivinicolo dei territori di Langhe e Roero.

Per testimoniare l’utile collaborazione, Albeisa ha organizzato con successo, in occasione di Nebbiolo Prima, una degustazione dei primi campioni di questi vini sperimentali dell’annata 2021, in particolare del Liseiret e del Pignolo spano, con ottimi riscontri da parte del panel dei degustatori, formato da osservatori professionali e provenienti da numerosi Paesi.

Giancarlo Montaldo

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