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L’amore ha convinto Anna a partire dalla sua Siberia

L'amore ha convinto Anna a partire dalla sua Siberia

INTEGRAZIONE «Quando sono arrivata ad Alba, nell’inverno del 2018, avevo 35 anni. Ho trovato un altro modo di approcciare il tempo». In Italia, gli inverni sono meno rigidi di quelli che Anna ha trascorso a Novokuznetsk, 563mila abitanti, nella Siberia sudoccidentale. «Nei mesi invernali non si può passeggiare: si arriva anche a 40 gradi sotto zero. Per fare la spesa bisogna uscire completamente coperti, a eccezione degli occhi. Il panorama, però, dalla finestra è molto romantico». Abituata a trascorrere molto tempo in casa, durante i lunghi inverni in Russia, Anna non ha sofferto particolarmente il lockdown vissuto ad Alba. Forse perché lo ha passato assieme a Valter, il motivo del suo trasferimento, sposato dopo meno di un anno di frequentazione. «Dopo poco tempo abbiamo capito che volevamo sposarci. Era l’uomo che avevo sempre cercato».

Anna nella sua vita ha viaggiato parecchio, sia per lavoro che per motivi di studio, ma anche per piacere, insieme a sua figlia Polina, 14 anni, avuta da un matrimonio precedente. «Mi sono sposata a 18 anni e dopo sette ho divorziato. Sono stata negli Stati uniti, Egitto, Thailandia, Turchia, Finlandia. E poi in Cina e Vietnam, sempre in compagnia di mia figlia». Anna ha molti interessi: in Russia ha ottenuto due lauree, una in turismo e cultura, l’altra in psicologia. Prima di partire ha esercitato la professione per qualche anno: in Italia i suoi titoli di studio non sono riconosciuti, così frequenta i corsi al Centro provinciale per l’istruzione degli adulti e le lezioni per diventare Oss all’istituto Cillario Ferrero. «Imparare una nuova lingua è stato molto difficile, avevo sempre mal di testa e sonnolenza. Con lo studio vedevo, però, che il mio livello linguistico si alzava».

Anna sa esprimersi benissimo con i colori, realizzando quadri con gli acrilici, ispirati a paesaggi naturali, urbani, e astratti. Lo sport svetta tra le sue passioni: in Siberia era campionessa di sci di fondo e ha vinto 15 medaglie. «Poco dopo il mio arrivo in Italia si è avuta la pandemia, ora una guerra. Ho molta nostalgia di mia figlia Polina: io e Valter vorremmo portarla ad Alba». La ragazza ha trascorso in Italia l’estate poi la madre non l’ha più rivista, «la sento solo al cellulare. Nessuno immaginava sarebbe successo: per fortuna Polina, mio fratello Anatoly e mia madre stanno bene; lo studio mi distoglie dai pensieri tristi». Il luogo da dove viene, Novokuznetsk, è noto per l’inquinamento atmosferico dovuto a un impianto metallurgico che causa ogni anno vittime di tumori, anche giovani. Fra loro il padre di  Anna, morto di cancro a soli 54 anni. «Quando sono arrivata ad Alba mi ha stupita il profumo di cioccolato che si respira nell’aria, qualcosa di molto diverso dall’odore di carbone della mia città industriale. Respirare, qui, è già un gran dono» Nonostante le difficoltà Anna si sta  integrando: «Le persone sono ben disposte e mi hanno accolta con un entusiasmo inatteso».

Giorgia De Carolis

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