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Il mondo del Moscato piange la scomparsa di Giovanni Bosco

Il mondo del Moscato piange la scomparsa di Giovanni Bosco

LUTTO È morto, nella notte tra sabato 16 e domenica 17 luglio, Giovanni Bosco: aveva compiuto 75 anni il 18 giugno scorso. Nato a Santo Stefano Belbo, dov’è stato per molti anni agente assicurativo, viveva a Canelli. Con l’amico Luigi Gatti, scomparso nel gennaio 2019, è stato l’artefice di molte iniziative legate alla promozione del Moscato d’Asti, prima con il Cepam (Centro produttori amici del moscato) e poi con il Ctm (Coordinamento terre del moscato), legandoli sempre alla cultura pavesiana, attraverso l’allestimento della Casa natale di Cesare Pavese e all’organizzazione del Premio letterario, di pittura e di scultura dedicato allo scrittore, senza dimenticare la redazione del periodico Le colline pavesiane.

Tutte iniziative con un unico tema: il territorio e l’economia legati alla cultura, all’ambiente e al paesaggio. Scrive il giornalista Filippo Larganà sul blog www.saporidelpiemonte.net: «Giovanni aveva una visione aperta e futuribile del mondo del Moscato d’Asti, non solo legato al comparto vino, ma come un grande ombrello sotto cui coesistevano le tante anime di un’area unica al mondo con potenzialità di cui anche ora, dopo tante battaglie e per svariati motivi, si stenta a prendere completa consapevolezza». Aggiunge Larganà: «Il mondo della cultura deve molto a Bosco, così come quello della viticoltura e dell’associazionismo agricolo. Lui, assicuratore di professione e agitatore culturale e sociale per passione, non ha mai dimenticato l’economia come elemento di dignità di una comunità. Le polizze di assicurazione contro la grandine erano ovviamente il suo lavoro, ma anche un modo per dire agli agricoltori di emanciparsi, persino dai malanni del clima che, mai come in questo periodo, si fanno sentire».

Anche l’Associazione dei Comuni del Moscato partecipa al lutto per la morte di Giovanni Bosco ed esprime il cordoglio di tutte le Amministrazioni rivolgendo le condoglianze ai familiari.

Vero protagonista della storia più recente del comparto del nostro Moscato, Bosco è sempre stato un ispiratore, un combattente, un organizzatore e un difensore della cultura e dell’economia di queste colline. A Santo Stefano Belbo, lungo la sua vita si è occupato di Pavese, insieme all’amico Luigi Gatti, ma soprattutto portò sulla scena economica del Moscato l’interpretazione dei produttori di uva, di chi lavora la terra, cercando sempre nei complessi rapporti e confronti i valori più giusti e la giusta dignità per quella “parte agricola”, a cui teneva tanto, organizzando nel tempo diverse realtà rappresentative, in ultimo il Ctm, Coordinamento Terre del Moscato.

Dice il presidente Alessio Monti: «A livello personale, del direttivo e di tutta l’Associazione dei sindaci del Moscato, esprimo il grande dispiacere per la scomparsa di Giovanni, tra gli ispiratori anche di questo nostro sodalizio perché, come noi, aveva a cuore il territorio del Moscato, cercando di difendere e tutelare sempre, senza mai allentare l’attenzione, il lavoro degli uomini delle nostre colline».

Il Rosario sarà recitato martedì 19 luglio, alle 20.30, nella chiesa parrocchiale del Sacro Cuore di Santo Stefano Belbo dove, mercoledì 20 luglio, alle 10, sarà celebrato il funerale.

Fabio Gallina

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