Ai piedi del castello di Guarene 62 giornate di frumento

GUARENE  I dati della Coldiretti dicono che, in provincia di Cuneo, nel 2022 sono stati oltre ventimila gli ettari coltivati a grano. Se la parte più significativa è rappresentata dalla pianura, fondi a cereale se ne trovano (meno che in passato) anche sulle colline delle Langhe e del Roero, seppure il nostro paesaggio non ricordi i colli toscani, sui quali l’alternanza tra vite e frumento è più marcata. Esiste un’eccezione: a Guarene, proprio sotto il paese, vi è un appezzamento a corpo unico di 62 giornate piemontesi (pari a circa 23,6 ettari).

Ai piedi del castello 62 giornate di frumento
Il sindaco di Guarene in una delle immagini scattate in occasione della Bandiera arancione del Touring club.

Oltre all’aspetto da cartolina, ci aiuta a ragionare su quanto il cereale sia prezioso, specie nel momento della guerra che coinvolge due tra i Paesi maggiori produttori, la Russia e l’Ucraina, per produrre alcuni alimenti fondamentali per la dieta mediterranea, a iniziare dal pane.

A farci notare la rarità è il consigliere albese delegato all’agricoltura, Mario Sandri: «Più che il Prodotto interno lordo, la forza economica sta nella capacità di produrre alimenti».

Il sindaco di Guarene, Simone Manzone, spiega: «Il campo si presenta alla vista quasi come un dipinto a ridosso del centro storico. Per noi guarenesi è un motivo d’orgoglio: il seminativo in questi tempi ha un grande valore e la vista aiuta l’offerta turistica. Lo consideriamo un patrimonio del paese al pari del castello, della chiesa dell’Annunziata e della pinacoteca». Lo scorso anno, per festeggiare il conferimento della bandiera arancione del Touring club, il primo cittadino aveva scelto proprio il campo dal biondo manto per scattare una delle fotografie celebrative. In seguito è arrivata anche la Spiga verde, dedicata dalla Foundation for environmental education insieme a Confagricoltura ai Comuni rurali virtuosi.

La proprietaria del fondo è la famiglia Gagliardi, titolare di cascina Sant’Antonio, così chiamata per via della piccola chiesa posta lungo il muro di cinta, risalente al 1880 circa. Fino agli anni Ottanta di proprietà dei conti Roero, è l’unica tenuta agricola rimasta nel centro storico. Il 17 gennaio si festeggiava il santo titolare dell’edificio religioso: da un po’ di anni, la tradizione si è persa.

Davide Barile

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