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Matteo produce spumante a Serravalle Langhe

Matteo produce spumante a Serravalle
da sinistra: zia Grazia, mamma Sandra e zia Fiorella con al centro Matteo Fenoglio

SERRAVALLE LANGHE Lassù dove le colline sono sui settecento metri di quota, vive, lavora e produce uno dei più piccoli spumantisti d’Italia. Ci troviamo a Serravalle, in alta Langa, e lui si chiama Matteo Fenoglio ed è nato nel 1986. Nel paese, la sua, è anche l’unica cantina: coltiva circa due ettari di Pinot nero.

Matteo racconta: «Sono in alta Langa, ma non posso fregiarmi della Docg omonima, visto che quando ho presentato richiesta erano già bloccati i nuovi impianti. Ora comunque le vendite vanno talmente bene che sto pensando di rinunciarvi», spiega. «Il mio è un prodotto artigianale, faccio tutto a mano e ho impiantato il primo vigneto nel 2013. La cantina è in via Tibaldi». Seppur rappresenti, ai nostri occhi, una novità, a Serravalle la vite crebbe per lungo tempo: «Questi sono i terreni che appartenevano ai miei bisnonni, prima della fillossera la viticoltura era pratica diffusa anche qui». Matteo ha scelto la campagna soltanto una decina di anni fa, «prima lavoravo come chimico in una ditta alimentare. All’inizio coltivavo soltanto nocciole e facevo poche bottiglie con l’uva che avevo». I genitori sono entrambi del paese langarolo e i terreni li ha ereditati da entrambe le parti. Il padre è cresciuto a Valenza, dove ha iniziato a lavorare nell’ambito dell’oreficeria. Proprio durante un viaggio di lavoro ha procurato al figlio l’occasione di fare il salto di qualità che stava cercando.

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Matteo Fenoglio

Continua Matteo: «Mio padre ha fatto assaggiare lo spumante al proprietario di una catena d’alberghi svizzera, il quale l’ha molto apprezzato, tanto da ordinarne un po’ per sé. Fino allo scorso anno producevo circa quattromila bottiglie, che ora sono aumentate a diecimila. Ne vinifico una parte in purezza e un’altra con l’aggiunta del Moscato d’Amburgo proveniente da una mia pergola. Sfruttando l’assonanza piemontese-francese, ho deciso di chiamare questo vino Brut parej. Sull’etichetta si può ammirare un cavallo alato, che è opera del pittore albese Mauro Rosso».

I riconoscimenti al lavoro svolto dal giovane serravallese sono arrivati anche da parte della critica specializzata: l’anno scorso il suo vino è stato premiato come miglior spumante all’interno della Guida ai vini d’Italia di Paolo Massobrio. Inoltre, Matteo cerca di farsi conoscere anche all’estero: «Dal 12 al 14 giugno ho presentato il mio vino al Summer fancy food allo Javits center di New York, su invito della Coldiretti. Eravamo dieci produttori locali, i visitatori sono rimasti affascinati e sono riuscito ad avere buoni contatti per il futuro», conclude.

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