Monfortinjazz va in auditorium

Monfortinjazz cerca di resistere all'emergenza sanitaria.

MONFORTE Sta per iniziare l’edizione 46 di Monfortinjazz, rassegna musicale in grado di radunare nell’auditorium Horszowski oltre novecento spettatori, arrivati anche da molto lontano, per i concerti di affermati interpreti della musica contemporanea. Non solo jazz, ma le proposte non possono prescindere da un’unica condizione, «l’altissima qualità, in contrapposizione alle mode commerciali». È questo il pensiero di Monfortearte espresso dalle parole del presidente Adolfo Ivaldi. «Siamo tutti volontari: è ancora più incredibile quanto siamo riusciti a fare negli anni. Il pubblico viene volentieri perché l’auditorium ha la particolarità di avvicinare artista e pubblico. Tutto partì dalla geniale intuizione del direttore artistico Renato Moscone. Ad aiutarci c’è l’agenzia Ponderosa, una delle più grandi: lo fanno più per prestigio che per i soldi. In passato, le condizioni atmosferiche avverse erano un problema, ora siamo tranquilli perché loro hanno tutte le assicurazioni. Per il prossimo anno vorremmo acquistare una copertura mobile».

Ivaldi elenca con entusiasmo i nomi che si sono alternati negli anni sul palco, protagonisti anche di divertenti aneddoti. «Il primo ospite fu Guccini: lo convincemmo con qualche bottiglia e qualche biglietto da centomila lire», ricorda. «Poi nel 2007 ospitammo Willy DeVille, artista scomparso due anni dopo, dall’inconfondibile voce. Il giorno del concerto aveva alzato il gomito: per arrivare sul palco, dal camerino, c’è una scala di legno che non riusciva a salire, lo trascinammo noi. Temevamo potesse trasformarsi in un disastro, invece fu un’esibizione indimenticabile».

La serata d’apertura, domenica 10 luglio alle 18.30, presenta Matteo Mancuso. Chitarrista palermitano classe 1996, sa spaziare tra diversi generi musicali e alterna strumento classico ed elettrico. Il suo primo album uscirà quest’anno. Negli anni ha diviso il palco con i Sicily stars e altri gruppi. Ha anche duettato con il padre Vincenzo Mancuso e il trio Snips, con Salvatore Lima alla batteria e Riccardo Oliva al basso. «Possiede una tecnica che solo a vederlo suonare ti impressiona: è un artista emergente che avrà successo» dice Ivaldi.

Venerdì 22 alle 21.30 tornerà, dopo dieci anni, Vinicio Capossela, interprete e autore di canzoni e ballate in cui, alla ricerca musicale, unisce la riscoperta dei brani della tradizione. A Monforte proporrà il concerto Round one thirty five 1990-2020. Personal standards, in cui ripercorrerà il suo repertorio fin dalle origini, accompagnato da Giancarlo Bianchetti, Enrico Lazzarini e Antonio Marangolo.

Si prosegue domenica 24 alle 18.30 con i francesi Les negrésses vertes, gruppo che, attraverso le sonorità, fa vivere le atmosfere delle periferie operaie, contaminate dalle diverse radici culturali, dall’Algeria alla Spagna.

Giovedì 28 luglio alle 21 tocca a Benjamin Clementine, cantautore e pianista di origine ganese con passaporto britannico. La sua musica è fatta di suoni levigati e atmosfere introspettive, malinconiche.

La gran chiusura è affidata a Mario Biondi, la cui esibizione è prevista per venerdì 5 agosto alle 21.30. Per l’occasione, l’artista presenterà il nuovo disco Romantic, dedicato all’amore in tutte le sue forme.

Le prevendite si possono acquistare in alcuni locali monfortesi, come l’osteria la Salita, l’edicola Bruno e l’ufficio turistico, e sulla piattaforma Ticketone. Venti euro il costo del primo concerto, cinquanta per ascoltare Capossela, trenta con Les negrésses vertes, quaranta per Clementine e 55 per Mario Biondi.

Davide Barile

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