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Martedì 27 Alec propone il film del regista Remo Schellino

Alec propone il film del regista Remo Schellino
Il regista Remo Schellino

ALEC Martedì 27 settembre alle 21 l’associazione Alec di Alba, via Vittorio Emanuele II, 30, accoglierà il regista e produttore Remo Schellino e il professore Michele Calandri, dell’Istituto storico della Resistenza di Cuneo. Nell’occasione verrà proiettato il documentario Avevamo vent’anni – la lotta di Liberazione in Provincia di Cuneo. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti e in caso di maltempo la proiezione verrà spostata presso la Sala delle Opere Diocesane di Via Mandelli 9.

Remo Schellino è titolare della piccola casa di produzione cinematografica Polistudio, nata nel marzo del 1991. Il regista attraverso i suoi lavori tratta tematiche storico-sociali delle Langhe, del Roero, dell’astigiano e delle Valli cuneesi narrando storie che trasmettono allo spettatore la conoscenza approfondita del nostro territorio.

Perché la scelta di ricostruire le storie del nostro territorio attraverso il racconto delle persone?
«Credo nella funzione sociale del cinema in particolare quella del documentario storico e sociale. Mi sono sempre battuto per dare voce ai dimenticati di sempre: i soldati, i reduci, i contadini della campagna più povera. La testimonianza orale del vissuto è la vera storia raccontata dalla narrazione singola di ogni persona di un vissuto a volte tragico, difficile. Ascoltare, porre brevi domande, aiutare il testimone a scavare dentro di sé, ricordare, ricomporre i tasselli della propria vita. Con rigore assoluto, e come se stessi raccogliendo un testamento, registro tutto: le emozioni, i lunghi silenzi, gli sguardi e la commozione».

Quanto contano per te le radici?
«Riprendo un passo del libro La luna e i falò di Cesare Pavese: “Un paese ci vuole, non fosse per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”. Le radici legate al territorio in cui nasci sono fondamentali per conoscere gli interlocutori, per raccontare un luogo, una storia».

Perché l’idea di proiettare i tuoi innumerevoli documentari all’aperto, nei luoghi periferici, nei piccoli borghi, nei paesini dove il cinema non è mai arrivato?
«”Nulla siamo se non la somma dei nostri ricordi”. Memoria itinerante è un progetto della mia piccola casa di produzione cinematografica che si pone l’obbiettivo di divulgare il documentario d’autore. Il proiezionista/regista e il pubblico uniscono le forze per creare un evento che da sempre crea inclusione, condivisione e cultura. Per questo mi piace l’idea di proiettare i miei documentari nei luoghi periferici, nei piccoli borghi, nei paesini dove il cinema non è mai arrivato. I documentari trattano temi legati al sociale, ad avvenimenti storici, per conoscere il passato e comprendere il presente. Ispirato dalla tradizione del cinema itinerante utilizzo una vecchia auto storica, una Renault 4, utile a trasportare tutta l’attrezzatura cinematografica per una proiezione all’aperto».

Remo Schellino ha inoltre iniziato un’attività privata di archiviazione della memoria storica raccogliendo testimonianze correlate ai principali eventi del Novecento italiano. È iscritto all’Albo di fornitori della Rai dal 1994 e collabora con la Rai regionale e nazionale, ma anche con l’Istituto storico della Resistenza di Cuneo e con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo al progetto: I granai della memoria. Nel 1999-2000 la Polistudio ha prodotto per la Sat 2000, su commissione della DueAfilm di Pupi Avati, due trasmissioni televisive dell’emittente: Il giornale del volontariato, sulla realtà del volontariato in Italia e Incontri, lunghe interviste a personaggi noti della cultura e dello spettacolo. Infine collabora con l’associazione Slow Food .

Bruna Bonino

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