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Con Si svigna l’uva del carcere è vinificata dall’Enologica

ALBA Si rinnova il progetto Si svigna, che unisce il carcere Montalto e la scuola enologica Umberto I, con l’obiettivo di coltivare il vigneto di un ettaro presente all’interno della struttura. Con le uve, principalmente Nebbiolo e Barbera, si producono circa 2mila bottiglie l’anno con il marchio Valelapena che viene vinificato nella cantina sperimentale della scuola albese e poi distribuito al pubblico.

Le uve raccolte sono state conferite e pigiate alla presenza di Mario Sandri, consigliere con delega all’agricoltura del Comune di Alba, della dirigente scolastica Antonella Germini, del garante per i detenuti della Regione Piemonte Bruno Mellano, dell’agrotecnico convenzionato con il carcere di Alba, Giovanni Bertello, del responsabile del progetto, Bruno Morcaldi.

Con Si svigna l’uva del carcere è vinificata dall’Enologica

La vendemmia 2022 all’interno delle mura della Casa circondariale di Alba è stata ottima e abbondante. Le uve sono state affidate alle mani del professor Enrico Orlando, direttore della cantina sperimentale, e degli allievi di quinta, che seguiranno la vinificazione e il processo produttivo fino all’imbottigliamento. Valelapena sarà in commercio a partire dalla prossima estate.

Da luglio 2021 il Montalto accoglie gli internati del progetto casa lavoro. Sono stati loro quest’anno a vendemmiare i filari all’interno della struttura. Una quindicina di loro lo scorso anno ha anche partecipato al corso di operatore che si è concluso con l’esame e la qualifica.

Il vigneto, il noccioleto con 130 piante, il giardino di 8mila metri quadri, la serra e l’orto di circa 4 mila metri, rappresentano insieme il fulcro del progetto di formazione dentro il carcere legato all’agricoltura e finalizzato agli inserimenti lavorativi. Al progetto collaborano attivamente la direzione del carcere, con la direttrice Giuseppina Piscioneri, l’ente formativo fondazione Casa di carità arti e mestieri onlus, l’istituto Umberto I, scuola enologica di Alba, e Syngenta che fornisce gli agrofarmaci e le sementi, oltre ad aver realizzato attività promozionali legate al’iniziativa, tra cui un libro e alcune mostre.

Sandri sottolinea come il progetto sia un bell’esempio di sinergia in grado di coinvolgere attivamente più realtà del territorio. In una terra come Langhe e Roero sviluppare iniziative con finalità sociale che utilizzano l’agricoltura come strumento di reinserimento lavorativo di persone in difficoltà è un’opportunità e un orgoglio.

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