Ultime notizie

Nella Granda è arrivato il mandorlo: la storia di Matteo e Veriana

Nella Granda è arrivato il mandorlo: la storia di Matteo e Veriana 3

STORIE Ci sono Matteo Marenco e Veriana Barale e poi c’è la mandorla, la sfida che le due aziende della Cia Cuneo hanno deciso di raccogliere. Sensibile ai ritorni di freddo, il mandorlo, è tradizionalmente una coltura tipica del Sud Italia e non adatta alle gelate primaverili delle regioni del Nord.

La selezione di varietà a fioritura tardiva, nel mese di aprile, ha permesso da alcuni anni la diffusione della coltura anche nella Granda, in particolare nelle zone collinari e pedemontane del cuneese, in Langa e nel Roero. Queste zone, dove è minore il pericolo di ritorno del freddo primaverile e la formazione di umidità rispetto alla pianura, sono risultate essere particolarmente adatte alla coltivazione dei mandorli. Per ora si è ancora in una fase di prova e le produzioni sono di piccole qualità.

Nella Granda è arrivato il mandorlo: la storia di Matteo e Veriana

Seppur diverse a livello organizzativo e distanti come sede produttiva, la società agricola Marenco di Baldissero d’Alba a 360 metri di altitudine e L’Undes condotta da Veriana Barale nel Comune di Villar San Costanzo, alle porte della Valle Maira a 650 metri di quota, sono accomunate dalle stesse condizioni climatiche, dalla passione. In comune anche la sfida posta dalla coltura della mandorla che in futuro potrebbe diventare interessante dal punto di vista della sostenibilità economica.

La società agricola Marenco ha deciso di dedicare alla coltivazione del mandorlo uno tra i dieci ettari della famiglia. «Abbiamo realizzato l’impianto nel 2018. È entrato in produzione nel 2020», ha spiegato Matteo. Dopo alcune difficoltà iniziali, «Quest’anno, invece, è andata bene anche perché avendo l’impianto di irrigazione a goccia siamo riusciti a sopperire all’emergenza idrica», ha aggiunto. Per Matteo, la nuova coltura è ancora da scoprire ma può essere un’alternativa alle altre produzioni e adattandosi bene alla zona con qualità a fioritura tardiva. «Grazie alla ricerca si sono ottenute varietà di mandorlo che fioriscono a fine marzo e ad aprile consentendo in questo modo di limitare il rischio delle gelate tardive». Per Matteo ci sono tutte le possibilità che il mandorlo diventi una coltura diffusa capace di garantire un’interessante sostenibilità economica.

Nella Granda è arrivato il mandorlo: la storia di Matteo e Veriana 1
Matteo Marenco

Della stessa idea anche Veriana Barale che coltiva 6mila metri di mandorlo con il coinvolgimento e l’aiuto del marito e dei figli. L’azienda L’Undes ha scelto questa particolare coltivazione escludendone altre. «Ci è parsa una frutta che per i benefici portati in favore della salute e del benessere delle persone. Grazie alle sue buone proprietà organolettiche risponde concretamente alla filosofia aziendale», ha spiegato Veriana. «Abbiamo deciso di lanciare la sfida di una coltura innovativa in una zona considerata montana e, tra l’altro, senza acqua per irrigare. Il frutto prodotto è davvero eccellente sotto tutti i punti di vista. E i mandorli sono sani e rigogliosi anche senza la disponibilità di acqua».

Nella Granda è arrivato il mandorlo: la storia di Matteo e Veriana 2

Anche a Villar San Costanzo quest’anno si è iniziato a raccogliere qualcosa. «A livello produttivo per la nostra azienda è ancora presto parlarne», ha spiegato la titolare. « In futuro è una coltura che può dare una resa sostenibile a livello economico. La produzione va nell’ottica di differenziare le produzioni e ha delle caratteristiche organolettiche di qualità. Bisogna solo valutare bene i terreni dove mettere a dimora le piante, che devono trovarsi in zone con un clima secco e ventilato», ha concluso.

Elisa Rossanino

 

 

 

Banner Gazzetta d'Alba