DigitAsti renderà più accessibili i documenti dell’archivio storico cittadino

DigitAsti renderà più accessibili i documenti dell'archivio storico cittadino
Palazzo Mazzola ospita l'archivio storico comunale.

ASTI Si chiama DigitAsti il progetto per rendere più accessibile il patrimonio dell’Archivio storico comunale, a palazzo Mazzola, attraverso un sistema di digitalizzazione dei documenti, che permetta a un ampio pubblico la fruizione interattiva e guidata dei materiali. Tale sistema vuole essere anche volano per lo sviluppo del territorio, attraverso la creazione di percorsi turistici focalizzati sulle caratteristiche storiche, culturali e artistiche della città. Non a caso, il progetto rientra nell’ambito del piano strategico per lo sviluppo urbano sostenibile denominato “Asti: vino e cultura”.

La realizzazione del progetto è stata affidata alla ditta Astra media, in collaborazione con un team di professionisti e di operatori nei settori dell’archivistica, della progettazione culturale, dello sviluppo di sistemi digitali per la cultura, della comunicazione e della produzione di contenuti multimediali. «Siamo orgogliosi di questo progetto che pone la città e l’Archivio storico a capofila di un lavoro fortemente contemporaneo, proponendo di trasformare il gioiello astigiano in un bene globale, grazie alla semplificazione delle modalità di fruizione dei preziosi documenti, e in grado di stimolare il senso di appartenenza della comunità locale», ha detto l’assessore comunale alla Cultura Paride Candelaresi.

In riferimento al patrimonio messo a disposizione, l’assessore ha fornito alcuni numeri: 2.300 cartine e mappe, 627 pergamene e vecchi documenti, 2 odici, 35mila lastre fotografiche, 50mila fotografie e negativi, 2.513 antichi documenti risalenti fino alla metà del sedicesimo secolo, a cui si aggiungono, tra l’altro, ordinati comunali, manifesti e quasi 70mila registri di stato civile.

Il sindaco Maurizio Rasero ha aggiunto: «DigitAsti è pensato per stimolare lo sviluppo urbano in base ai principi della smart city, coinvolgendo la comunità e i turisti in esperienze immersive, all’insegna dell’empatia e della curiosità e strutturando eventi capaci di porre la giusta attenzione sulla città e sul suo patrimonio». Rasero e Candelaresi hanno concluso: «Un archivio aperto, che diventa luogo di promozione culturale, aggregazione sociale e coproduzione digitale, rappresenta un pilastro fondamentale di una cultura condivisa e condivisibile da ogni parte del mondo».

Manuela Zoccola

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