Inaugurata al “Ferrero” di Verduno la panchina rossa, dono della fondazione Ospedale Alba-Bra

Inaugurata oggi al “Ferrero” di Verduno la panchina rossa, dono della Fondazione Ospedale Alba-Bra

VERDUNO La panchina rossa, conversazioni informali, letture e musiche. Sono questi gli ingredienti del pomeriggio di riflessione che l’Asl Cn2, in collaborazione con la fondazione Ospedale Alba-Bra Onlus, ha riservato alla delicata questione della violenza sulle donne, in occasione del 25 novembre, la giornata internazionale dedicata al tema, istituita dall’Onu in ricorrenza dell’anniversario dell’assassinio delle sorelle Mirabal, tre coraggiose donne dominicane rivoluzionarie, che furono massacrate nel 1960.

Un tema terribilmente attuale se consideriamo che, nel bilancio del 2021, in Italia sono state uccise 109 donne, di cui 93 in ambito familiare/affettivo. A livello locale, nel corso del 2022, sono tre le donne vittime di violenza sessuale assistite, in seguito a segnalazione, dall’équipe multidisciplinare rete sanitaria vittime di violenza dell’Asl Cn2, una rete di assistenza coordinata a livello regionale della quale fanno parte specialisti aziendali provenienti da aree differenti, che rende possibile la presa in carico complessiva della persona.

In apertura, le parole della dottoressa Alessandra D’Alfonso, direttore sanitario dell’Asl: «Si tratta di un tema molto sentito, per il quale sono i numeri a parlare, in particolare quelli registrati negli ultimi anni. Sono numeri che spingono a una profonda riflessione e a rimboccarsi le maniche, soprattutto in ambito sanitario, per sensibilizzare e mantenere alta l’attenzione su un fenomeno, ormai, dilagante, a cui fanno da sfondo i tragici eventi verificatisi in Iran. L’Asl segue da vicino questi temi, sia attraverso l’istituzione in Azienda dell’équipe multidisciplinare rete sanitaria vittime di violenza, sia attraverso l’individuazione di un gruppo di lavoro multi-specialistico e multidisciplinare sulla Medicina di genere e l’organizzazione di eventi e convegni mirati alla sensibilizzazione».

In seguito alla lettura di Stefania Giubergia In piedi signori davanti ad una donna, tratta da Don Chisciotte, con l’accompagnamento di Francesco Testa al pianoforte, è stata inaugurata la panchina rossa, generoso dono della fondazione Ospedale Alba-Bra Onlus, alla presenza del presidente Bruno Ceretto, della vicepresidente Marcella Brizio Pacotto e della presidente dei revisori Sarah Prandi, e delle dottoresse Manuela Scatà e Patrizia Casetta, referente e coordinatrice della struttura di Ostetricia dell’Asl.

«Come Fondazione abbiamo subito accolto con determinazione la richiesta dell’Ostetricia», dichiara Marcella Brizio Pacotto, vicepresidente della Fondazione. «La panchina rossa, colore del sangue, è il simbolo del posto occupato da una donna che non c’è più, portata via dalla violenza, un percorso di sensibilizzazione, un segno di speranza. Un simbolo che abbiamo voluto donare perché crediamo sia fondamentale parlare e intervenire sempre maggiormente a sostegno delle donne, con le donne e per le donne. Nell’ultimo anno la fondazione Ospedale Alba-Bra è stata impegnata su molti fronti con interventi dedicati alle donne e ai loro bimbi. Stiamo chiudendo in questi giorni un grosso progetto nell’area materno-infantile rifacendo il nido con spazi dedicati ai piccoli pazienti patologici e alle loro mamme, ma soprattutto abbiamo supportato l’avvio della sperimentazione di percorsi di telemedicina per essere accanto alle neo mamme e per seguire a casa tutte le donne nel percorso post-intervento in ambito ginecologico». La panchina verrà collocata presso la camera calda del blocco parto al quinto piano.

Nella cornice del terzo piano dell’ospedale Michele e Pietro Ferrero a Verduno si è svolto poi un momento di riflessione dedicato al confronto sul tema delle forme di violenza e sul significato del rispetto come forma di prevenzione, con gli interventi di Ornella Revello (referente del Centro antiviolenza 21/A), Gianna Pasquero (coautrice del libro Social Media Corpo e Relazioni), Carmen Occhetto (psicologa), Anna Familiari (medico del lavoro), Annamaria Gianti (referente Rete medicina di genere aziendale) e la moderazione di Erica Moretto (referente Comunicazione piano locale prevenzione). A concludere la giornata, la commovente interpretazione di Stefania Giubergia della poesia Non voglio essere migliore di Chandra Livia Candiani.

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