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Giorgia racconta le sette religiose, tra guru e vittime, in una serie di podcast

Giorgia racconta le sette religiose, tra guru e vittime, in una serie di podcast 1
Giorgia De Carolis

IN STREAMING Tutti possiamo essere potenziali vittime, adescati da qualche figura carismatica. È questo il messaggio di Giorgia De Carolis nel podcast Nella trappola della setta (prodotto da Altavoce per Gedi e coordinato da Gabriele Cruciata). La giornalista albese, collaboratrice di Gazzetta, non vuole «creare un allarme sociale, ma decostruire lo stereotipo che dipinge gli adepti come sprovveduti che “se la sono cercata”».

Le storie presenti nelle sei puntate (l’ultima uscirà domani, giovedì 15 dicembre, sulle principali piattaforme di streaming) sono accomunate da un filo conduttore: persone normali che, in un momento di fragilità, vengono a contatto di associazioni insospettabili. Racconta Giorgia: «Nessuno è immune all’inganno, soprattutto in periodi in cui si è più vulnerabili. Le nuove sette agiscono alla luce del sole in posti che siamo soliti frequentare (palestre, centri di yoga, ristoranti). Non sono necessariamente legati a un discorso religioso o esoterico e promettono una vita migliore, un potenziamento della propria personalità o un prodotto per guarire ogni male».

Nella trappola della setta

La giovane giornalista indaga il fenomeno settario in Italia attraverso casi recenti più o meno noti, oltre alle voci di esperti del settore, psicologi e associazioni. «Ho lavorato per quasi un anno. Sono andata nelle Marche, in Toscana e in Umbria per ascoltare le esperienze di chi in prima persona ha passato molti anni in una setta, ma ho raccolto testimonianze anche nella nostra regione che ho scoperto essere sul podio di quelle con più gruppi».

Giorgia è rimasta colpita soprattutto da una storia: «Claudia è una donna che è stata per dieci anni dentro un gruppo capitanato da un guru che distribuiva diete miracolose. Anche lei provò con la speranza di guarire dalla sua grave patologia: paradossalmente questa cura che avrebbe dovuto salvarla le fece sfiorare la morte. Per fortuna oggi Claudia sta bene e ha avuto la forza, insieme ad altre persone, di denunciare». 

Lorenzo Germano

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