Ultime notizie

E se fosse vera l’immagine del mondo rovesciato?

PENSIERO PER DOMENICA – QUARTA DEL TEMPO ORDINARIO – 29 GENNAIO

Tra le memorie preziose di chi ha avuto l’opportunità di fare un pellegrinaggio in Terra santa c’è la salita al “monte delle beatitudini”: una altura abbastanza dolce, da cui si gode la vista del lago di Galilea. Qui c’è un santuario a forma ottagonale che porta incise su ognuna della pareti le otto beatitudini proclamate da Gesù, secondo il Vangelo di Matteo (5,1-12). Noi sappiamo che Gesù ha proclamato tante volte le beatitudini, anche in versioni diverse, come documentato dal Vangelo di Luca. È bello però pensare che per questa proclamazione ci sia stata una prima volta e che gli ascoltatori di Gesù siano stati affascinati dalla novità del suo messaggio.

Le beatitudini definiscono gli atteggiamenti dei cittadini del regno di Dio, completamente diversi, per non dire opposti a quelli che sono necessari per avere successo nella città degli uomini. Dopo l’inizio della vita pubblica e la chiamata dei primi discepoli, come ci ha ricordato il Vangelo di domenica scorsa, Gesù ha scoperto le sue carte e ha chiarito la novità radicale del suo messaggio. Storicamente, si è collocato nella scia della tradizione profetica, facendo eco al profeta Sofonia (2,3.3,12-13), scelto come prima lettura per introdurre il brano delle beatitudini. Vissuto nel VII secolo avanti Cristo, contemporaneo di Geremia, in un’epoca segnata da profonde ingiustizie sociali, Sofonia ha cercato di trasmettere ai poveri la speranza di un intervento di Dio per fare giustizia.

E se fosse vera l’immagine del mondo rovesciato?
Il discorso della montagna, miniatura francese del XIII secolo. Parigi, Biblioteca Mazarine.

Le beatitudini sono la strada per la felicità, indicata da Gesù ai poveri del suo tempo: l’invito a fidarsi di Dio come i “poveri di spirito”, a credere in un Dio che asciugherà le lacrime, che farà giustizia, che porterà in dono la pace. Ma Gesù, con le beatitudini indica anche la strada verso il Regno: la strada della non violenza, della condivisione, della misericordia, della lotta per la giustizia. A chi cammina su questa strada garantisce il dono della pace interiore, della felicità profonda.

Le beatitudini sono una provocazione nella storia degli uomini e anche nel nostro tempo. Lo esprime bene san Paolo nella lettera ai Corinzi (1,26-31). Non cita le beatitudini, ma ne esprime lo spirito, là dove afferma che «quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti, quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono». Le beatitudini ci offrono l’immagine di un mondo rovesciato. E se fosse l’immagine vera?

 Lidia e Battista Galvagno

Banner Gazzetta d'Alba