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Alla fondazione Ferrero le immagini felici di Henri Lartigue

Alla fondazione Ferrero le foto di Henri Lartigue sono immagini felici
© fondazione Jacques Henri Lartigue

ALBA La fondazione Ferrero ospiterà, da venerdì 17 febbraio a giovedì 30 marzo, la mostra L’invenzione della felicità, incentrata sugli scatti del grande fotografo francese Jacques Henri Lartigue, nato nel 1894 e morto nel 1986. Le visite, gratuite, sono possibili nella sede di strada di Mezzo 44 il giovedì e il venerdì dalle 15 alle 19; il sabato, la domenica e i festivi dalle 10 alle 19. Realizzato in collaborazione con la Casa dei tre oci di Venezia e la fondazione Jacques Henri Lartigue di Parigi, l’allestimento è stato curato da Denis Curti, Marion Perceval e Charles-Antoine Revol. L’inaugurazione sarà preceduta da un’anteprima per la stampa, in programma giovedì alle 11.

Si tratta della maggior prospettiva sul fotografo della Belle époque presentata al pubblico italiano. In precedenza, l’esposizione ha fatto tappa al Museo diocesano di Milano e al WeGil di Roma.

In aggiunta alle precedenti, l’esposizione albese avrà uno spazio dedicato ai passaggi in Piemonte di Lartigue. Per molti anni, durante l’estate, il celebre fotografo soggiornò a Piozzo, paese di origine della terza moglie, Florette Ormea. Nel corso della visita sarà possibile, inoltre, assistere al documentario Bonjour, monsieur Lartigue!, realizzato dalla fotografa Elisabetta Catalano in occasione dell’omonima mostra al Grand palais di Parigi nel 1982.

Denis Curti spiega: «L’esposizione è strutturata secondo un percorso cronologico. Lartigue, nato in una agiata famiglia parigina, inizia a fotografare e a fare sperimentazioni in tenera età, tanto da guadagnarsi l’appellativo di fotografo bambino. Fino al compimento dei settant’anni nessuno conosceva le sue fotografie, tranne la famiglia. Aveva realizzato 120 album senza intenti di successo. Quasi casualmente, un suo amico, dipendente di un’agenzia fotografica, mostrò le immagini al direttore del dipartimento di fotografia del Moma di New York, il quale rimase sconvolto e si rese subito conto di trovarsi di fronte a un grande maestro della fotografia. Subito dopo, decise di organizzargli la prima mostra. Lartigue conobbe così un successo incredibile; successivamente, decise di donare il suo archivio fotografico al Governo francese».

L’esposizione albese ha l’obiettivo di «raccontare un Lartigue inedito, su un totale di centoventi fotografie, cinquanta erano mai state esposte. Alcune riguardano proprio gli scatti di Piozzo». La scoperta tardiva del genio di Lartigue si deve al fatto che, spiega ancora Curti, «in precedenza aveva tentato di affermarsi come pittore, pur con risultati mediocri.

Per lui, la fotografia era semplicemente un passatempo. Come ognuno di noi, ritraeva la vita privata della famiglia, voleva rendere eterni momenti felici. Da questo concetto deriva il titolo della mostra. Un altro tema a lui caro era la velocità: attratto dalle automobili e dai primi aeroplani, desiderava congelarne il movimento in uno scatto».

Davide Barile

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