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Il progetto Salvarocche va a rilento

Tutela delle rocche: la prima adesione arriva da Montaldo Roero

AMBIENTE Continua a piccoli passi lo sviluppo del Salvarocche, l’iniziativa di tutela della dorsale delle rocche intrapresa da Comuneroero insieme ad altre tredici associazioni di tutela ambientale. I promotori, nel corso del 2022, avevano invitato a utilizzare la già esistente Zona di salvaguardia Z2 (convenzione recentemente rinnovata tra i Comuni di Bra, Baldissero, Pocapaglia, Sommariva Perno, Sommariva del Bosco e Sanfrè) come punto di partenza per la creazione di un’area minima di tutela estesa a tutta la dorsale delle rocche del Roero. Nonostante la firma del protocollo d’intesa nel 2019, in cui i candidati sindaci si impegnavano a realizzare tale zona di salvaguardia, oggi la dorsale è ancora lontana dall’essere adeguatamente protetta.

A fare la prima mossa è stato il Comune di Montaldo Roero che, a fine 2022, ha deliberato la richiesta alla Regione di modificare i confini della Zona naturale di salvaguardia dei boschi e delle rocche del Roero, aggiudicandosi il titolo di primo ente locale, oltre ai sei Comuni storici già firmatari, a richiedere di essere inserito nella Z2 e a sottoscrivere lo schema di convenzione. Dalle associazioni promotrici è subito arrivata una manifestazione di stima e sostegno per il Comune che, pur nel momento difficile che sta attraversando, ha tenuto fede a quanto era stato promesso nel 2019. «Solo lavorando tutti insieme sarà possibile realizzare la tutela e valorizzazione dell’intera dorsale delle rocche, da Cisterna a Bra: quaranta chilometri su un territorio di circa ottomila ettari», affermano le associazioni ambientaliste. «Siamo lieti che condividiate l’implementazione di un modello unitario di gestione per tutta l’area, che potrà favorire la tutela effettiva della biodiversità, l’incremento del turismo qualificato, il mantenimento di un polmone verde, l’indirizzo biologico delle produzioni agricole, l’effettiva estensione dell’area Unesco al Roero, la creazione di ecosistemi ottimali per i tartufi, la conservazione di habitat naturali di flora e fauna, l’estensione e la valorizzazione della rete sentieristica, il rafforzamento di percorsi formativi e laboratori geologici, faunistici e botanici e la crescita dell’eco-volontariato», aggiungono i promotori del Salvarocche.

Un primo livello di salvaguardia e una gestione condivisa tra i Comuni aderenti (almeno i dodici della dorsale) costituirebbero una solida base di partenza, sulla quale sviluppare definitivamente il Salvarocche. Le associazioni promotrici lanciano anche una provocazione, solo parzialmente velata: se un Comune in una situazione problematica come Montaldo è riuscito a mantenere fede alla promessa del 2019, cosa aspettano a farlo anche gli altri centri limitrofi?

 Federico Tubiello

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