La solidarietà a Cherasco dal Medioevo ai giorni nostri

La solidarietà a Cherasco dal Medioevo ai giorni nostri

A PALAZZO SALMATORIS Poveri, malati, orfani, bambine alle quali insegnare a leggere e scrivere, condannati a morte: sono alcune delle categorie di persone che varie istituzioni create dai cheraschesi nel corso del tempo, dalla fondazione della città (1243) ai giorni nostri, hanno assistito. La mostra “Cherasco solidarietà. Una comunità curante, dalle Confraternite a oggi” offre un’interessante panoramica sulle realtà nate nel corso dei secoli per volontà della comunità o di singoli benefattori che hanno caratterizzato la storia sociale cittadina, coinvolgendo membri delle famiglie nobili, religiosi, parroci e tanti semplici cheraschesi sensibili alle necessità dei concittadini più deboli.

Dall’Ospedale degli infermi all’Ospizio di carità, dal Monte di pietà all’Asilo infantile, solo per citare alcuni degli istituti: nella mostra gli oggetti più disparati raccontano le attività e la religiosità che caratterizzavano queste realtà, molte gestite da due confraternite di laici. La pietra del sepolcro che accoglieva i corpi dei condannati a morte (assistiti nelle loro ultime ore dai Battuti neri), l’atto costitutivo del Ritiro figlie maestre creato nel Settecento per dare un’istruzione anche alle bambine, il quadro di grandi dimensioni raffigurante il beato Amedeo di Savoia che fa l’elemosina ai poveri, le ricevute emesse dal Monte di pietà (fino agli anni Cinquanta del Novecento) per i pegni depositati dagli indigenti per ottenere un prestito, ma anche progetti, mappe, libri, fotografie. Nelle sale di palazzo Salmatoris le testimonianze materiali si possono osservare secondo un criterio cronologico che segue l’evoluzione delle forme di assistenza nel rapporto tra la comunità locale e le istituzioni dello Stato fino a oggi.

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«Per la prima volta tanti oggetti che raccontano una solidarietà lunga sette secoli si trovano raccolti in uno stesso luogo espositivo», spiega il presidente dell’associazione Cherasco cultura, Diego Lanzardo. «La mostra nasce per iniziativa della nostra associazione, in collaborazione con il Comune di Cherasco, il Museo diocesano di Alba (Mudi) e il contributo della fondazione Cassa di risparmio di Cuneo, oltre ad alcuni sponsor privati. L’esposizione rappresenta la conclusione di un progetto portato avanti nelle scuole cheraschesi per fare conoscere alle giovani generazioni questo patrimonio sociale, storico e artistico. L’allestimento è stato curato dalla storica dell’arte Enrica Asselle e dall’architetto Danilo Manassero».

L’esposizione prosegue sino a domenica 4 giugno con il seguente orario: mercoledì, giovedì e venerdì dalle 15 fino alle 19; sabato, domenica e festivi dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 19.  

r.d.b.

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