Tommaso, santo protettore dei credenti non praticanti

Tommaso, santo protettore dei credenti non praticanti
L’incredulità di Tommaso, scena dagli affreschi in Sant’Ilario a Roma. L’apostolo vuole toccare il Signore apparso nel Cenacolo.

PENSIERO PER DOMENICA – SECONDA DI PASQUA – 16 APRILE

Ci sono diversi modi di vivere la Pasqua, esemplificati nelle letture della seconda domenica: c’è la Pasqua di chi attende con ansia di incontrare il Signore risorto, di chi programma la sua vita in modo da essere presente “nei moderni Cenacoli”, le chiese dove si celebrano i sacri misteri. Ma ci sono anche coloro che il giorno di Pasqua, per svariate ragioni, sono altrove. 

La “gioia di vedere il Signore” è ciò che unisce i credenti di oggi ai discepoli radunati nel Cenacolo (Gv 20,19-31). Per noi valgono le parole di Gesù: «Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto», riprese da Pietro nella sua prima Lettera: «Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui» (1,8). Questa era la fede che si respirava nella prima comunità, come raccontato da Luca negli Atti degli apostoli (2,41-47): una comunità unita, gioiosa e perseverante nella comunione fraterna e nello spezzare il pane. 

Ma c’è chi, come Tommaso, la sera di Pasqua non era presente. Se consideriamo il numero dei fedeli che partecipano alle liturgie pasquali, dobbiamo riconoscere che oggi i numeri del Vangelo si sono rovesciati: là dieci presenti e uno lontano; oggi uno presente e dieci lontani! Per questo, è bello e importante che nel Vangelo ci sia anche Tommaso, che la prima comunità non abbia oscurato questo personaggio scomodo. Egli può essere considerato il santo patrono dei “credenti non praticanti”, dei tanti che, dopo aver vissuto momenti belli in compagnia di Gesù, ora sono in ricerca e hanno bisogno di “qualche ragione per credere”. Per questo, ogni tanto, bussano alle porte dei nostri “Cenacoli”, chiedendo di poter entrare, magari sperando di poter rivivere qualche bella esperienza di fede vissuta da bambini.

 Il compito della comunità credente è ben esemplificato nel Vangelo. I discepoli che la sera di Pasqua avevano incontrato il Risorto nel Cenacolo hanno, nei confronti di Tommaso, due positivi atteggiamenti: accoglienza e testimonianza. «Abbiamo veduto il Signore»: queste parole paradossali, insieme al legame di amicizia che era maturato nel gruppo dei discepoli e che non era stato incrinato dalle diverse scelte di fede, fanno sì che otto giorni dopo Tommaso sia presente nel Cenacolo e lì possa incontrare personalmente Gesù. Ecco il compito per le nostre comunità: non forzare la fede di nessuno, ma essere accoglienti con tutti e testimoniare con gioia la nostra fede. Al resto ci pensa il Signore.

Lidia e Battista Galvagno

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