Beppe Fenoglio e il balon in un docufilm scritto a scuola

Beppe Fenoglio e il balon in un docufilm scritto a scuola

SAN BENEDETTO BELBO Il sette volte tricolore di pallapugno Massimo Vacchetto che interpreta Augusto Manzo in una versione dei giorni nostri del racconto Il paese di Beppe Fenoglio. In una mattinata, allo sferisterio di San Benedetto Belbo, un progetto scolastico è riuscito a mettere assieme il meglio del tipico sport di Langa e la grande letteratura del Novecento.

Il campo da balon (già utilizzato all’inizio degli Anni ’90 dal regista Guido Chiesa per alcune riprese della sua opera prima Il caso Martello), ha ospitato gli alunni di terza media di Bossolasco alle prese con la versione filmata del racconto nel quale il grande scrittore albese racconta del- l’arrivo del campionissimo in paese per visionare un terzino da inserire nella sua quadretta.

Beppe Fenoglio e il balon in un docufilm scritto a scuola 1Il progetto, intitolato “Sguardi sul paese e sul parentado” coinvolge gli istituti comprensivi di Cortemilia-Saliceto e Bossolasco- Murazzano, che hanno ricevuto un finanziamento di 90mila euro dai Ministeri dei beni culturali e dell’istruzione nell’ambito del Piano nazionale cinema e immagini per la scuola. Ognuna delle otto classi coinvolte ha letto un racconto di Fenoglio e, assieme al regista Sandro Bozzolo e alla sua collaboratrice Enrica Viola, della società di produzione Unafilm, li hanno trasformati in sceneggiature cinematografiche. «L’iniziativa ha dimostrato che Beppe Fenoglio sa ancora parlare ai giovani», spiega Viola.

A dare i ciak allo sferisterio sotto la guida del regista c’era Luisa Pecorari, alunna di terza media di Bossolasco che racconta come gli studenti hanno preparato la giornata. «Abbiamo letto Fenoglio in classe e abbiamo cercato di adattarlo ai giorni nostri, immaginando che una ragazza fosse così brava nella pallapugno da poter giocare con i maschi e poi ci siamo divisi i ruoli. È stata un’esperienza molto divertente».

La sua compagna di scuola Adele Clerico, di Somano, è diventata giornalista televisiva per un giorno e ha avuto il compito di intervistare Massimo Vacchetto chiedendogli le ragioni della sua presenza a San Benedetto e un’altra alunna (Gaia Gabutti, di Cissone) ha giocato con i maschi sotto lo sguardo del campione d’Italia. Tra un po’ di emozione davanti alla macchina da presa e per la presenza di Vacchetto, i ragazzi hanno passato una mattinata diversa dal solito.

«È stata una bella esperienza, la prima per me in questo ambiente, e mi ha fatto capire l’organizzazione che c’è dietro a un lavoro cinematografico. La troupe era molto professionale e i ragazzi si sono divertiti. Mi sono divertito anch’io ed è stato emozionante interpretare Manzo», racconta Vacchetto, che, incuriosito dal lavoro del regista e dello staff, ha voluto provare a dare un ciak a beneficio dei fotografi e degli appassionati accorsi allo sferisterio.

In estate verrà completato il montaggio del docufilm, che sarà pronto a settembre. L’opera sarà presentata al festival Sottodiciotto di Torino, dedicato alle produzioni realizzate in ambito scolastico ed extrascolastico.

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Da sinistra: il tecnico del suono Alessio Dutto, il regista Sandro Bozzolo, Massimo Vacchetto ed Enrica Viola (Unafilm)

Corrado Olocco

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