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La biodiversità in cantina raccontata da Go wine attraverso 40 vitigni autoctoni

La biodiversità in cantina raccontata da Go wine attraverso 40 vitigni autoctoni 3

ALBA Le incertezze legate al meteo non hanno compromesso il positivo svolgimento della Festa del vino, i vitigni autoctoni del Piemonte, evento promosso dall’associazione e andato in scena ieri domenica 21 maggio per la quinta edizione.

Si è imposto alla vigilia un cambio di scenario e così la sede del palazzo Mostre e congressi ha sostituito – e degnamente – il centro storico della città, consentendo a molti enoappassionati di degustare in sicurezza e incontrando le molte cantine direttamente presenti e coinvolte per incontrare il pubblico e raccontare i loro vini.

Un evento nel segno della biodiversità che, forse meglio di altri, rispecchia l’impegno e la filosofia di Go wine: ovvero promuovere i vitigni autoctoni, valorizzare in questo caso il rapporto virtuoso che in tante parti del Piemonte si è realizzato fra i viticoltori e il mondo della ricerca, arricchendo il patrimonio ampelografico della regione attraverso tanti diversi vini.

Un messaggio che Go wine vuole da cinque anni inviare al pubblico di soci ed enoappassionati che seguono gli eventi dell’associazione per dare maggiore evidenza a questi temi: non solo assaggi ma anche cultura del vino, un modo concreto per valorizzare il rapporto fra vino e territorio.

Ecco così che, in unico contesto, oltre 40 vitigni della regione sono stati rappresentati nel calice, fra oltre 30 cantine al banco d’assaggio e altre nella sezione in enoteca; un enoviaggio piemontese che ha toccato le varie province della regione.

In un’ottica di sviluppo dell’evento, vi sono state due sezioni dedicate al confronto con altre realtà esterne al Piemonte: la regione ospite è stata la Sardegna, il Paese ospite l’Argentina.

«La scelta della Sardegna non è stata casuale – dicono da Go Wine – è in assoluto una delle regioni italiane con il maggior numero di vitigni autoctoni oggi presenti. La sua posizione di isola al centro del mediterraneo, le tante contaminazioni avvenute nella sua storia rendono la viticoltura sarda molto interessante per la sua biodiversità.   È così stata allestita una enoteca tematica dedicata che, grazie alla collaborazione con importanti cantine della regione, ha presentato ben 15 varietà autoctone. Non solo Cannonau e Vermentino, ma Carignano, Nuragus, Bovale, Cagnulari, Monica, Nasco, Vernaccia di Oristano, Nieddera, Barbera Sarda e altri ancora».

Una seconda isola tematica è stata dedicata ai vini del nuovo Mondo, con un focus sull’Argentina, Paese che le statistiche indicano come quinto produttore al mondo di vino. È stata formata una selezione che ha tenuto delle principali regioni viticole fra cui Salta, la grande area di Mendoza, la Patagonia, con uno spazio di rilievo al rosso Malbec e poi con grandi vitigni importati in America Latina e coltivati spesso ad altimetrie importanti, come lo Chardonnay, il Pinot Noir, il Cabernet Sauvignon, il Tempranillo.

Complessivamente sono 95 le cantine che hanno partecipato all’evento; presenti inoltre alcuni espositori di prodotti tipici di Langa e Roero.

Contributi e riconoscimenti

Nel corso della giornata un momento ufficiale è stato poi riservato alla consegna di due contributi che l’associazione Go wine ha voluto riconoscere con due distinte finalità:

  • alla fondazione Giovanni Dalmasso, per la ricerca in campo vitivinicolo;
  • a Padre Ottavio Fasano, missionario cappuccino, per l’opera a favore della viticoltura nella Repubblica di Capoverde, con una lungimirante azione che unisce anche profili di carattere sociale.

Per la consegna sono intervenuti Carlo Bo, sindaco di Alba, il vice presidente della fondazione Crc Francesco Cappello, gli assessori del Comune di Alba Emanuele Bolla (turismo) e Massimo Reggio (lavori pubblici), il consigliere comunale Alberto Gatto, il sindaco di Cossano Belbo e produttore vinicolo Luca Tosa.

«Un evento nel segno della cultura del vino e a favore della biodiversità»,  ha sottolineato tra l’altro Massimo Corrado, presidente di Go wine. Un evento a cui teniamo molto perché coglie obiettivi importanti che la nostra associazione persegue (vitigni autoctoni, ricerca, valorizzazione delle piccole produzioni, promozione di piccoli produttori). Quest’anno abbiamo raggiunto un nuovo record rappresentando 40 vitigni piemontesi, tutti insieme. Siamo soddisfatti dell’attenzione che il pubblico ha registrato con presenze significative non solo nei numeri ma anche per la provenienza dei partecipanti”.

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