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L’Alba-Asti con il treno a idrogeno si può fare

Viaggio con il treno a vapore da Torino ad Alba per la Fiera e i mercatini natalizi nel Roero

ALBA La riapertura della tratta ferroviaria Alba-Asti sembra concretizzarsi, visto che si sta procedendo ai lavori necessari, come spieghiamo nell’articolo qui sotto. Ma il tema è più vasto. Di riapertura delle linee dismesse si è parlato infatti venerdì 19 nel convegno Mobilitiamoci, organizzato nel polo universitario di Asti dal Comitato per la mobilità integrata e sostenibile (Comis).

In questo quadro, Giovanni Currado, architetto dei trasporti e rappresentante per il bacino astigiano e alessandrino dell’Agenzia della mobilità piemontese, ha posto l’attenzione sul progetto per la circolazione dei treni a idrogeno proprio sull’Alba-Asti: «Grazie a un contributo della Compagnia di San Paolo è stato possibile avviare un piano per la creazione di una comunità energetica tramite l’installazione di pannelli solari su alcuni edifici industriali di Asti. L’energia che ne scaturirà sarà usata per produrre idrogeno, che quindi deriverà da fonti rinnovabili. Il sito per lo stoccaggio dovrebbe sorgere negli immediati dintorni. Sfruttando i picchi di energia dei mesi estivi, si potrà così immagazzinare quanto prodotto in eccesso. Dalle simulazioni che abbiamo effettuato, con circa quattrocento tonnellate di idrogeno l’anno potremo coprire il fabbisogno dei treni per la tratta. Al momento, abbiamo ancora a disposizione pochi dati, poiché lo studio di fattibilità si sta concretizzando proprio in questo periodo».

Rispetto alle sei coppie di treni a gasolio che circoleranno tra Alba e Asti a partire da settembre-ottobre, con l’idrogeno «si potranno aprire scenari diversi, con mezzi ogni mezz’ora tra Alba e Mortara. C’è infatti la necessità di trasportare i pendolari, ma anche i turisti: la fondazione Fs l’ha capito e ha permesso la riapertura delle tratte per i treni storici. Chissà se, per le Olimpiadi del 2026, si potrà arrivare a Milano in treno (a idrogeno)»?

Ancora Currado: «La linea Alba-Asti è stata sospesa nel 2012 e, appena due anni dopo, con il riconoscimento da parte dell’Unesco, tutti si sono accorti di vivere in un luogo magnifico». Ha proseguito il rappresentante dell’Agenzia della mobilità piemontese: «Un tempo le stazioni avevano un’ampia area riservata ai treni, necessaria a diffondere gli inquinanti derivanti dalla combustione del carbone, e piccole sale d’attesa. Con la costruzione del passante di Torino e il rifacimento della stazione di Porta Susa, si è deciso di far passare i treni nella parte sottostante, lasciando lo spazio per l’attesa sotto la grande volta superiore. Nel 2010 un locomotore a diesel si è però spento in stazione. Alla riaccensione, i fumi hanno immediatamente comportato l’attivazione dell’impianto antincendio, che ha allagato l’intera area. L’allora Pm Guariniello ha così vietato, per questioni di sicurezza, la circolazione dei treni a diesel a Porta Susa. Il provvedimento ha condotto, poco alla volta, alla dismissione delle tratte piemontesi non elettrificate».

Per sensibilizzare sulla riattivazione delle linee, domenica 14 la fondazione Fs, con Legambiente e le associazioni dei pendolari, ha organizzato un viaggio da Cuneo a Torino Porta nuova passando per Busca, Saluzzo, Savigliano, Cavallermaggiore, Alba, Castagnole, Asti, Murisengo e Chivasso. Fulvio Bellora, presidente del Comis e organizzatore del convegno Mobilitiamoci, era in uno dei vagoni: «Sindaci e amministratori dei Comuni interessati sono stati invitati ad accoglierci: ad Alba c’era nessuno, ad Asti l’opposizione. A Torino erano presenti alcuni consiglieri regionali, come Casalis del Pd, mentre sul treno ha viaggiato Gavazza della Lega. Dell’assessore Gabusi neanche l’ombra».

 Davide Barile

S’interviene sui binari sotto il ponte di corso Italia

ALBA Si lavora lungo il tracciato della ferrovia Alba-Asti, la cui riattivazione è prevista per l’autunno. I lavori di questi giorni sulla tratta, secondo Fulvio Bellora, presidente del Comitato per la mobilità integrata e sostenibile, sono importanti: «Stanno riposizionando i cavi Scmt, sigla che significa Sistema di controllo marcia del treno. È uno dei dispositivi di sicurezza più avanzati, necessario per fare transitare i Minuetto a diesel».

L’Alba-Asti con il treno a idrogeno si può fare

Nelle scorse settimane infatti si sono visti mezzi all’opera anche ad Alba, all’altezza del ponte di corso Italia. Dalla Rete ferroviaria italiana, che sta seguendo gli interventi, ci è stato confermato che si tratta di opere di manutenzione straordinaria, in vista della riapertura. Si lavora peraltro anche nella galleria Ghersi, nel territorio di Neive, dove si mettono in atto «interventi di consolidamento funzionali alla riattivazione del percorso».

L’Asti-Alba è stata sospesa nel 2012, quando contava una media di duemila passeggeri al giorno, con un totale di 28 corse. Secondo quanto annunciato a più riprese dalla Regione Piemonte, la ferrovia sarà riattivata con sei corse di treni a diesel all’andata e altrettanti al ritorno, con fermate intermedie a Neive, Castagnole delle Lanze, Costigliole e Asti. Un numero complessivo di convogli che, secondo i comitati che da anni si impegnano per la riapertura della ferrovia, al di sotto degli standard minimi di servizio, soprattutto se si tiene conto di un bacino d’utenza di circa 120mila persone, a cui si aggiungono i visitatori che quasi a ogni stagione scelgono di visitare le colline Unesco. Secondo i piani, in una prima fase la tratta tornerà attiva con i treni a diesel, che circolano su tutta la rete, con l’obiettivo di passare in un secondo momento ai treni a idrogeno: in effetti mesi fa, la Regione ha attivato un bando per l’individuazione dei siti industriali dismessi che potranno essere convertiti per la produzione di idrogeno verde. Pare davvero che si stia passando ai fatti.

f.p.

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