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Oggi si vota in Turchia: il ricercatore albese Riccardo Gasco è sul posto

Oggi si vota in Turchia: il ricercatore albese Riccardo Gasco è sul posto
Riccardo Gasco (in primo piano a sinistra) durante il comizio finale di Erdogan.

POLITICA Dalle 8 e fino alle 17 di oggi, domenica 14 maggio, in Turchia si voterà per le elezioni presidenziali e parlamentari. È la prima volta, dal 2003, che Erdogan non parte favorito. Dopo aver ricoperto la carica di primo ministro dal 2003 al 2014, dopo le modifiche costituzionali è stato il primo presidente della Repubblica votato direttamente dal popolo.

A testimoniare sul posto gli avvenimenti c’è anche un albese, Riccardo Gasco, dottorando e ricercatore in relazioni internazionali all’Università di Bologna. In passato ha vissuto tre anni a Istanbul. Si trova in Anatolia da febbraio, arrivato subito dopo il terremoto.

«Il presidente Recep Tayyip Erdogan» spiega, «affronterà oggi le elezioni più complesse dal 2003. Il risultato delle parlamentari si saprà già in tarda serata; per quanto riguarda le presidenziali potrebbe essere necessario un secondo turno, domenica 28 maggio, nel caso in cui nessuno dei candidati superi il cinquanta per cento dei voti».

Tenterà di impedire la sua rielezione «una coalizione di sei partiti eterogenei, con componenti islamiche e secolari. Si sono uniti con l’obiettivo di porre fine a un lungo dominio politico del suo Partito della giustizia e dello sviluppo. La coalizione è guidata da Kemal Kilicdaroglu, candidato con un lungo passato politico nelle opposizioni, alla guida del Partito repubblicano del popolo, fondato da Atatürk. I sondaggi lo danno in leggero vantaggio. Nonostante ciò, le preoccupazioni per possibili brogli elettorali rimangono alte».

La partita elettorale «potrebbe giocarsi sull’economia, il cui andamento è sempre stato uno dei punti di forza di Erdogan. A suo sfavore potrebbero giocare l’inflazione galoppante e la perdita di potere d’acquisto da parte della classe media. Ieri, sabato 13 maggio, sono stato al comizio finale di Erdogan a Kasimpasa, sulla sponda europea di Istanbul. Dopo essere arrivato verso le 14 con il traghetto, ho visto i primi sostenitori: i numeri ufficiali parlano di circa 45mila presenti, ma ho avuto la sensazione che fossero molte meno. Si trattava principalmente di donne velate e bambini accompagnato dai mariti»

Proprio a Kasimpasa, «Erdogan è nato e cresciuto. Per far fronte a una situazione economica familiare complessa, da ragazzo era solito vendere limonate e simit, il tipico pane con semi di sesamo, agli angoli della strada. Incontro diverse persone che dicono di conoscerlo, alcuni riferiscono di avere giocato a calcio con lui, altri di averlo incontrato in età giovanile. C’è chi ha paura, se l’opposizione vincerà, di non potersi più recarsi all’università con il tradizionale velo musulmano».

In apertura del comizio «ha ricordato gli interventi intrapresi per migliorare il quartiere, come la bonifica di alcune aree, l’apertura di moschee e scuole, la costruzione di nuovi palazzi. Un gruppo di persone, nell’accogliere il presidente sul palco, ha intonato il coro “siamo tutti soldati di Recep Tayyip Erdogan”. Si respira un clima di tensione e speranza, tutti attendono i risultati di questa sera, che potrebbero già essere noti intorno alle 23 ora turca. In Italia saranno le 22».

Davide Barile

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