Parte da Oulx l’orto sperimentale di Luca Mercalli per l’adattamento ai cambiamenti climatici

Parte da Oulx l'orto sperimentale di Luca Mercalli per l'adattamento ai cambiamenti climatici

OULX (Torino) I 23 orto-frutteti solidali  Azzero Co2 realizzati in tutta Italia dall’azienda Procter & Gamble, sono spazi verdi capaci di coniugare attenzione per l’ambiente, tutela della biodiversità e inclusione sociale e lavorativa. Sono anche laboratori a cielo aperto in cui studiare i cambiamenti climatici: è il caso di quello di Oulx, nella zona asciutta delle Alpi occidentali interne al confine con le Hautes Alpes francesi, dove Nimbus, la società meteorologica italiana presieduta da Luca Mercalli, climatologo e divulgatore scientifico, ha avviato un esperimento di recupero e adattamento ai cambiamenti climatici: 50 piante di antiche cultivar, tra meli, peri, susini, albicocchi e ciliegi, sono state piantate a 1.100 e a 1.650 metri di quota per osservare come si adattano al cambio climatico.

Luca Mercalli
Il meteorologo Luca Mercalli

«Ogni grado in più nel nostro clima corrisponde a circa 150 metri di quota: ciò significa che per via del riscaldamento globale specie fruttifere che in pianura soffrono il troppo caldo, come i meli, potranno occupare fasce montane dove trovare le condizioni ottimali di sviluppo. Al tempo stesso, specie prima precluse alle quote montane troppo fredde oggi possono spingersi a occuparle, con produzioni di maggior qualità organolettica», spiega Mercalli. «I due siti sono dotati di stazione meteorologica e permetteranno di verificare l’adattamento degli alberi a quote diverse. Si tratta di antiche varietà italiane di cultivar fruttifere recuperate dall’associazione Patriarchi della natura di Forlì».

Fanno parte del progetto anche l’orto-frutteto solidale di Succivo (Caserta) dove si coltivano viti di Asprinio di Aversa Doc su terreni confiscati alla Camorra; quello di Bleggio Superiore (Trento) che produce innesti di Noce Bleggiana, cultivar autoctona della zona e presidio Slow food, mentre a Trieste è stato creato un frutteto storico conservativo con specie e cultivar antiche dell’area collinare della Giulia, parte di un più ampio progetto che prevede la costituzione di un polo didattico e per famiglie. Senza dimenticare due progetti di rigenerazione e riqualificazione urbana che hanno visto gli orto-frutteti solidali mettere radici nel cuore della città: a Palermo, Legambiente Sicilia sta sviluppando un centro polivalente a vocazione ambientale presso i cantieri culturali della Zisa, realizzando un giardino con piante a bassa richiesta idrica, capace di raccogliere l’acqua piovana e creare ombra, mitigando l’isola di calore urbana; e a Bari l’orto-frutteto solidale porta bellezza e biodiversità a San Paolo, quartiere popolare molto degradato e ad alto tasso di criminalità.

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