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40 anni fa veniva ucciso il magistrato Bruno Caccia. Il ricordo di Mattarella

Bruno Caccia
Bruno Caccia

CERESOLE D’ALBA «La memoria della sua figura, il suo esempio, costituiscono un importante richiamo al senso etico di quanti operano per rafforzare i valori della convivenza civile del nostro Paese, contribuendo all’affermazione dei diritti dei cittadini e della solidità delle istituzioni». Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 40° anniversario dell’omicidio di Bruno Caccia.

«Uomo rigoroso e tenace – ricorda il capo dello Stato – ha pagato con la vita il costante impegno nell’azione di contrasto ai fenomeni criminali per l’affermazione della legalità. A distanza di quaranta anni dall’assassinio desidero rinnovare i sentimenti di partecipazione e vicinanza della Repubblica ai suoi familiari e a quanti lo hanno conosciuto e stimato e, in questi anni, ne hanno ricordato le doti umane, unitamente alla straordinaria dedizione nello svolgimento dell’attività professionale».

«La sera del 26 giugno 1983, primo giorno dello svolgimento dei comizi elettorali per l’elezione della IX legislatura del Parlamento italiano – ricorda Mattarella – il magistrato Bruno Caccia veniva ucciso in un sanguinoso agguato di stampo mafioso, nei pressi della sua abitazione, a Torino. Procuratore della Repubblica nel capoluogo piemontese nel 1980, dopo un percorso professionale svolto presso gli uffici requirenti nella regione subalpina, Bruno Caccia condusse delicate indagini su esponenti di spicco delle Brigate Rosse e sulle organizzazioni criminali di stampo mafioso operanti nel Nord Italia».

Ansa

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