Chi crede non disprezza la vita ma ha più ragioni per vivere

Nella vita di ognuno si alternano buio e luce, gioia e dolore. La paura è il sentimento che registra questa alternanza e fa parte della vita

Chi crede non disprezza la vita ma ha più ragioni per vivere

PENSIERO PER DOMENICA – XII TEMPO ORDINARIO – 25 GIUGNO

Nella vita di ognuno si alternano buio e luce, gioia e dolore. La paura è il sentimento che registra questa alternanza e fa parte della vita. Ce lo ricordano le letture della XII domenica che hanno sullo sfondo il terrore di Geremia perseguitato, la sensazione di insicurezza della comunità per cui Matteo scrive il suo Vangelo: cristiani costretti prima a fuggire da Gerusalemme, cacciati via dai Romani, poi osteggiati dai Giudei. Come convivere con la paura e non perdere la speranza? Ecco le indicazioni delle letture.

Chi crede non disprezza la vita ma ha più ragioni per vivere
Il profeta Geremia, particolare di un affresco risalente al 1007, a Galliano (Como). Geremia, perseguitato e abbandonato da tutti, si sfoga con Dio, al quale ha affidato la sua causa, convinto che Dio sia più forte dei persecutori.

La preghiera. Nella prima lettura c’è l’inizio di una lunga preghiera di Geremia (20,10-13), nota come “lamentazione”. Il profeta, perseguitato e abbandonato da tutti, compresi i suoi amici, si sfoga con Dio. A lui ha “affidato la sua causa”, convinto che Dio sia più forte dei suoi persecutori. La preghiera, nella Bibbia, è l’estrema risorsa, l’ultimo appiglio a cui aggrapparsi per non cadere nel baratro della disperazione. In certi momenti poi, come ci insegnano persone come Geremia, Giobbe e lo stesso Gesù in croce, pregare è aprire il cuore e gridare a Dio, senza misurare le parole.

 La fiducia che nasce dalla fede. È quella che troviamo nel Vangelo (Mt 10,28-33): i primi cristiani, perseguitati hanno ricordato le parole molto forti e paradossali di Gesù: «Perfino i capelli del vostro capo sono contati. Non abbiate paura, voi valete più di molti passeri!». Ma più ancora quelle parole che hanno aiutato tante persone a essere coerenti fino al martirio: «Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno il potere di uccidere l’anima». Queste parole vanno intese bene: il credente non è chi disprezza la vita, ma chi trova ragioni superiori per vivere.

La meditazione e la riflessione profonda. Ce ne offre un esempio Paolo, nella Lettera ai Romani (5,12-15), in uno dei passi più studiati e commentati, ma anche più difficili della Scrittura. Paolo si confronta con uno degli interrogativi che attraversa la Bibbia e in qualche modo la storia del pensiero umano: perché esiste il male? Perché ha così tanta forza? La sua riposta è: l’umanità è segnata dal peccato fin dalle sue origini (rappresentate simbolicamente e mitologicamente da Adamo!). Il male è come un virus che si è diffuso ovunque. L’unico che può contrastarlo è Gesù Cristo. In Gesù, in particolare nella sua Parola, noi possiamo trovare quella carica di vita che è più forte di ogni paura.

 Lidia e Battista Galvagno

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