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Quattro artisti fanno squadra per creare i Gesselli

Non si tratta del classico souvenir destinato: dietro ogni collana vi è la storia millenaria di un territorio, oltre a ore di lavoro e ricerca.

Quattro artisti fanno squadra per creare i Gesselli (FOTOGALLERY)
I gesselli

MAGLIANO ALFIERI I Gesselli ideati dalle giovani Aurora Spagnoli, Luisa Sacco e Stefania Lora, compagne al liceo artistico di Alba e laureate all’accademia di belle arti e dall’artista grafico castagnitese Lorenzo P. Merlo hanno fatto bella mostra della loro creatività nelle serate estive di Magliano Alfieri e, per suggellare il legame di alcuni tra i creatori con Gazzetta d’Alba, visto che fanno parte dello staff grafico del giornale, c’erano le pagine del settimanale a proteggere e decorare lo stand.

NEL ROERO Chi arriva sulle nostre colline può fare incetta di prodotti agroalimentari, riempiendo senza problemi il cofano. Tornati nelle proprie case, i turisti potranno conservarli per un periodo più o meno lungo: una volta consumati e goduto del piacere, resteranno dei ricordi o, al massimo, degli involucri. Finora mancava un oggetto artigianale che fosse peculiare e riconducesse col pensiero, senza possibilità di equivoci, alle colline di Langa e Roero. Tale spazio potrà essere occupato dai Gesselli, monili il cui nome richiama il gesso e i gioielli. Non si tratta del classico souvenir destinato ad arricchire le collezioni un po’ kitsch dei viaggiatori: dietro ogni collana vi è la storia millenaria di un territorio e, soprattutto, ore di lavoro e ricerca.

Quattro artisti fanno squadra per creare i Gesselli (FOTOGALLERY)

L’idea di sfruttare il minerale, abbondante soprattutto tra Guarene e Castagnito, è partita da due blocchi di artisti. Il primo è costituito dalle giovani Aurora Spagnoli, Luisa Sacco e Stefania Lora, compagne al liceo artistico di Alba e laureate all’accademia di belle arti. L’altro, un ideale monolite, è rappresentato dall’artista grafico castagnitese Lorenzo P. Merlo.

I membri del quartetto, sintesi dell’entusiasmo della gioventù con l’esperienza data dal peso di una vita a tratti difficile, hanno spiegato: «Da tempo volevamo trasformare queste pietre, che gli agricoltori incontrano semplicemente arando i terreni, in un oggetto unico e facilmente riconoscibile. Abbiamo effettuato numerose prove, il gesso è friabile e bisogna trovare il macchinario giusto per lavorarlo. La scelta della vernice fissativa è stata complicata, cercavamo qualcosa che ne mantenesse l’opacità. Renderlo lucido lo avrebbe snaturato e reso simile al quarzo. Ogni Gessello è diverso per forma e colore». Particolare attenzione è stata data ai dettagli: «La collana che regge il ciondolo è di cotone, disponibile in vari colori. Vorremmo promuovere i Gesselli rendendoli disponibili in musei, enti, istituzioni e aziende».

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L’origine del minerale risale al periodo in cui le colline, oggi patrimonio Unesco, erano ricoperte dal mare, condizione che si protrasse fino a cinque milioni di anni fa. I contadini lo hanno utilizzato, fino alla seconda metà del Novecento, come base per i soffitti delle case: bello e soprattutto utile, in un contesto di estrema povertà. Il gesso si può osservare in tutto il suo splendore naturale nella spiaggia dei cristalli di Verduno. Pensando al lavoro dei creatori dei Gesselli, torna alla mente il racconto sul Carbonio con il quale Primo Levi concluse Il sistema periodico.

Una molecola destinata a restare immutata per milioni di anni in una roccia, liberata dallo scalpello dell’uomo e pronta a entrare nel ciclo della vita. Il paragone con l’opera letteraria è un po’ tirato soprattutto per le diverse caratteristiche che hanno il Carbonio, elemento dal simbolo C, e il gesso, un sale più precisamente chiamato solfato di calcio biidrato. In un mondo in preda alla chemofobia, Levi può essere di esempio nel trasformare formule come CaSO4·2(H2O) – il gesso – in avvincenti narrazioni che includono storia, cultura e persone.

Per visionare le creazioni si può accedere al profilo Instagram gessellilangheroero o richiedere informazioni scrivendo a gessellilangheroero@gmail.com. I Gesselli saranno in vendita durante la Cena delle stelle, in programma sabato 1° luglio dalle 18 a Magliano Alfieri.

 

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Il museo dei gessi di Magliano

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Nel castello di Magliano Alfieri, ristrutturato negli anni Settanta, è ospitato il museo di Arti e tradizioni popolari, con testimonianze della cultura rurale piemontese. Dal 1994 è presente una sezione sui soffitti in gesso: negli anni Settanta, tali strutture attirarono la curiosità di Enrico Fiandra, ispettore del ministero dei beni culturali, che li aveva osservati in una casa di Bagnasco, frazione di Montafia, in provincia di Asti.

Il gruppo spontaneo di Magliano Alfieri, guidato da Antonio Adriano, capendo la trasformazione in atto nelle campagne, dove stava avvenendo il passaggio alla modernità, recuperò, insieme al patrimonio orale di racconti e canti, anche i soffitti. Nel museo ne sono esposti più di cento, il più antico fu trovato in una cascina di Vezza e reca la data del 1580. Accanto ai reperti, sono presenti pannelli e cartine.

Spiega Michele Zese della Barolo Castle foundation, circuito di cui il museo maglianese fa parte dal 2019: «Si tratta di un’esposizione unica, non è la classicaQuattro artisti fanno squadra per creare i Gesselli (FOTOGALLERY) 3 gipsoteca. In precedenza il museo era stato gestito dall’associazione degli Amici del castello. Tanti pezzi furono recuperati in discarica, quelli conservati meglio si devono ai contadini che prima di buttarli via chiamavano il muratore per farli rimuovere. Il gesso si trovava facilmente a costo zero, non c’era bisogno di portarlo alla fornace ma bastavano dei rudimentali forni. Perdendo la molecola d’acqua diveniva friabile e poteva essere macinato o rotto. Setacciandolo, lo si faceva rapprendere e indurire per poi modellarlo in stampi. Nel soffitto aveva una funzione portante. Le decorazioni erano semplici perché eseguite con le formelle in dotazione al falegname del paese. Per quanto ne sappiamo, il fenomeno è abbastanza circoscritto al Roero, al Monferrato e all’Ovadese».

Le visite si possono effettuare il sabato, la domenica e i festivi dalle 10.30 alle 18.30. Prossimamente, dovrebbe riaprire il punto vendita interno. Potrebbero trovarvi spazio anche i Gesselli?

Davide Barile

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