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Gianni Rinaudo: «Le aziende rilancino il trasporto su treno»

L’ambientalista di Bra plaude alla riapertura della linea Alba-Asti ma invita a fare di più

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La stazione della frazione Madonna del pilone sulla linea ferroviaria Bra-Cavallermaggiore, chiusa nel 2020.

BRA Viene rilanciata con forza, dalla città della Zizzola, l’idea del trasporto su rotaia per combattere i devastanti effetti del cambiamento climatico, che tutti stiamo vivendo in questi giorni. Autore di questa campagna il noto ecologista braidese Gianni Rinaudo, che ha al proprio attivo diversi interventi sul clima.

Spiega Rinaudo: «A seguito della prima ondata di calore del 2003, ho dedicato del tempo libero, sempre gratuitamente, con diversi collaboratori ed enti pubblici e privati, alla questione dell’aria fetida del centro di Bra e alla divulgazione delle energie rinnovabili in Granda, realizzando iniziative molto seguite sul biogas a Narzole nel 2005 e sul fotovoltaico a Sommariva Bosco nel 2006. In seguito, ho organizzato con il sodalizio Spiriti-liberi.it, per passione civile, decine di convegni per promuovere la cultura ferroviaria in Granda, in Piemonte e nel Ponente ligure».

Gianni Rinaudo: «Le aziende rilancino il trasporto su treno»
Gianni Rinaudo

Oggi torna a ribadire, con forza, la necessità che le grandi aziende del nostro territorio si attrezzino per inviare i loro prodotti non solo su gomma ma anche su strada ferrata. Aggiunge Rinaudo: «La mobilità marittima, aerea e terrestre ha una significativa responsabilità nell’eccessiva produzione dei gas inquinanti che in gran parte causano il cambiamento climatico in atto. Beniamino Gavio (numero uno del gruppo delle autostrade e delle costruzioni) afferma: “Assurdo che oggi un camion mediamente percorra 300 chilometri, la distanza dovrebbe essere la metà e il resto affidato alla intermodalità, che non è ancora pronta. A Savona la piattaforma è finita, ma le infrastrutture alle sue spalle? Non ci sono ancora”».

Prosegue Rinaudo: «Sono anni che scrivo (come altri più autorevoli di me) che il trasporto delle merci e delle persone dovrebbe andare nella direzione della ferrovia, in quanto il contatto rotolante ferro su ferro ha il più basso attrito nella natura delle cose. Invece in Piemonte abbiamo assistito alla chiusura di oltre 500 chilometri di ferrovie, a partire dal 2010 (con alla Regione Cota-Bonino), alla Novara-Varallo nel 2014 (con Chiamparino-Balocco) e alla Bra-Cavallermaggiore e Saluzzo-Savigliano nel 2020 (con Cirio/Gabusi). Oggi il presidente della Regione Alberto Cirio fa sapere che Rfi rilancia il trasporto ferroviario in Piemonte con la riapertura di due linee, tra cui l’Alba-Asti. È un passo nella giusta direzione».

E c’è un’ultima considerazione a supporto della sua campagna: la ferrovia, oltre a inquinare poco, costa assai meno in manutenzione. Basta infatti pensare a quanto rovinano i manti stradali gli pneumatici dei camion, al costo sanitario pubblico rappresentato dagli incidenti stradali e alla rovina della qualità della vita di molti cittadini, senza dimenticare che la Granda è ai vertici per il numero di incidenti.

Conclude Rinaudo: «Continuare a far finta di niente e promuovere il trasporto su gomma, come avviene dal 2003, soprattutto in Piemonte, non ci fa onore. Bisogna integrare il ferro e la gomma in modo equilibrato».

Valter Manzone

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